New Delhi: sciopero della fame ad oltranza di tre attivisti tibetani

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14 settembre 2015. Dal 10 settembre, a Delhi, tre attivisti tibetani membri del Tibetan Youth Congress (TYC), l’organizzazione che conta il maggior numero di sostenitori dell’indipendenza del Tibet, stanno attuando uno sciopero della fame a tempo indeterminato.

Il loro gesto di estrema protesta è iniziato a due giorni di distanza dalle pompose celebrazioni organizzate dalla Cina in occasione del 50° anniversario della costituzione della cosiddetta Regione Autonoma Tibetana.

I digiunatori, tutti membri dell’esecutivo del TYC, sono il Vice Presidente Tamdin Hrichoe, Tsewang Dolma, Segretario alle Informazioni e Relazioni Internazionali e Tenzin Wangchuk, Segretario alle Finanze. “In un recente Libro Bianco la Cina ha dichiarato che quella attuale è l’Età d’Oro del Tibet” – ha fatto sapere Tenzin Jigme, Presidente dell’organizzazione. “In realtà, dal 2009, 143 tibetani si sono autoimmolati con il fuoco all’interno del paese, ma la Cina, anziché soddisfare le loro richieste ha esacerbato la repressione in tutto il Tibet e ha duramente criticato il Dalai Lama, leader spirituale dei tibetani. Inoltre, 6000 tra templi e monasteri sono andati distrutti in seguito all’occupazione, migliaia di famiglie sono state forzatamente riallocate e nel paese imperversano l’oppressione e la discriminazione. Certamente questa non è l’Età d’Oro ma l’Età più Oscura della storia del Tibet e non vi è nulla da celebrare”.

“Al fine di sostenere le richieste di quanti si sono autoimmolati ci rivolgiamo alle Nazioni Unite che riteniamo debbano immediatamente intervenire e attribuire alla Cina la responsabilità delle sue azioni”, ha aggiunto. “Con questo sciopero della fame ad oltranza intendiamo scuotere l’apatia delle Nazioni Unite e dei capi di governo di tutto il mondo”.

Le richieste dei digiunatori si articolano in cinque punti:

  • Chiedono agli stati membri delle Nazioni Unite di sollevare la questione del Tibet all’Assemblea Generale e alla Sessione del Consiglio per i Diritti Umani
  • Chiedono alla Cina di prendere in considerazione le richieste degli autoimmolati
  • Chiedono alla Cina di dimostrare che l’XI Panchen Lama è ancora vivo
  • Chiedono che sia inviata in Tibet una delegazione delle Nazioni Unite per verificare la criticità dell’attuale situazione all’interno del paese.
  • Chiedono alla Cina la liberazione di tutti i prigionieri politici

Lo sciopero della fame è entrato oggi nel 5° giorno. Messaggi di solidarietà possono essere inviati ai digiunatori al seguente indirizzo e-mail:

tyc@tibetanyouthcongress.org

Oppure potete firmare la petizione rivolta a Ban Ki Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, al seguente sito web:

https://secure.avaaz.org/en/petition/United_Nations_Stand_up_for_Tibet/?npTRLjb

Fonti: The Tibet Post – Phayul