Pechino: condannato a tre anni l’avvocato dissidente Pu Zhiqiang. Pena sospesa

Pu

22 dicembre 2015 (AsiaNews). La Corte intermedia del Popolo n°2 di Pechino ha condannato a tre anni di carcere l’avvocato dissidente Pu Zhiqiang. La pena è stata sospesa, ma non è chiaro se il legale sia stato già liberato. Egli ha già trascorso 19 mesi in galera come “detenzione preventiva”.
I giudici lo hanno riconosciuto colpevole di “incitare all’odio etnico” e “causare disturbi alla quiete pubblica”. Nel mirino alcuni suoi commenti su internet, in cui ha criticato l’uso eccessivo della forza da parte delle autorità nella provincia occidentale dello Xinjiang.

Stamane, prima della lettura del verdetto, un gruppetto di giornalisti e di sostenitori si è riunito davanti al tribunale. Secondo alcune fonti si è verificato anche uno scontro con la polizia, e 12 attivisti sarebbero stati portati via dagli agenti. Pu è l’ultima personalità della dissidenza (in ordine di tempo) a subire condanna e carcerazione per il suo impegno a favore dei diritti umani. Secondo il Chinese Human Rights Defender (Chrd), il verdetto dei giudici “dimostra quale sia il concetto di ‘stato di diritto’ in Cina”.

Gli amici e compagni di lotta di Pu ritengono che i messaggi online siano soltanto “una delle cause” che hanno portato alla persecuzione dell’avvocato. Nei suoi scritti, egli ha definito il Partito comunista cinese “un’entità di cui non ci si può fidare” e ha preso in giro l’eccessiva retorica nazionalista delle autorità riguardo le isole Senkaku/Diaoyu, contese con il Giappone. Ma il vero obiettivo è la sua carriera, iniziata subito dopo i moti di Tiananmen: Pu ha infatti difeso in tribunale diversi dissidenti e attivisti per i diritti umani.

Pu Zhiqiang, scrive oggi China Human Rights Defenders a commento della sentenza, “può anche tornarsene a casa oggi stesso, ma non è libero. Egli paga per aver esercitato il suo diritto di parola. Durante la carcerazione preventiva la sua salute è peggiorata, e ovviamente la sua carriera di avvocato è oramai finita”.

Il legale si è laureato all’Università delle Scienze politiche e del diritto di Pechino. Nel 1989 ha preso parte al movimento di piazza Tiananmen, ed è stato uno dei 13 studenti a iniziare lo sciopero della fame per protestare contro la corruzione de governo. Negli ultimi 25 anni ha sempre ricordato il massacro del 4 giugno, e ogni anniversario si è recato nella piazza centrale di Pechino per commemorare i defunti. Nel 2008 è stato fra i primi a firmare Carta ’08, il documento pro-democrazia stilato da Liu Xiaobo, che ha garantito a quest’ultimo il Nobel per la Pace e una condanna a 14 anni di carcere.

 

Fonte: AsiaNews