28 marzo 2016. Al termine di un’accesa campagna elettorale per l’elezione del capo dell’esecutivo dell’Amministrazione Centrale Tibetana, il responso delle urne dopo il voto del 20 marzo sembra confermare la rielezione di Lobsang Sangay (nella foto) alla carica di leader dei tibetani in esilio.
La Commissione Elettorale Tibetana comunicherà pubblicamente i risultati ufficiali delle votazioni soltanto il prossimo 27 aprile. Tuttavia, lo spoglio delle schede effettuato nelle diverse comunità di rifugiati in tutto il mondo sembra evidenziare una vittoria dell’attuale Sikyong (Primo Ministro) Lobsang Sangay sul suo principale contendente alla carica, l’attuale Presidente del Parlamento Tibetano Penpa Tsering. I risultati “ufficiosi” pubblicati nel sito tibetano di informazione Phayul attribuiscono a Lobsang Sangay un totale di 33.511 voti contro le 24.358 preferenze accordate a Penpa Tsering. Al Primo Ministro uscente sono andati i voti dei tibetani residenti nei paesi europei e nel nord America. Penpa Tsering ha invece riscosso la maggioranza dei voti dei residenti a Dharamsala, la “piccola Lhasa” dei tibetani in esilio.
Eletto alla carica di Primo Ministro dopo le elezioni svoltesi il 20 marzo 2011, Lobsang Sangay sarà quindi chiamato a svolgere il suo secondo mandato. Convinto sostenitore della linea politica della Via di Mezzo e della ripresa del dialogo con la Cina, Lobsang Sangay si è dichiarato fiducioso in un ripensamento del presidente cinese Xi Jinping sulla questione tibetana. Tra le priorità del suo programma per i prossimi cinque anni ha posto lo stanziamento di fondi per promuovere attività imprenditoriali tra i tibetani e nuovi investimenti in campo scolastico, “investimenti a lungo termine”, secondo la sua stessa definizione.
Ricordiamo che in seguito alla devoluzione dei poteri politici del Dalai Lama a rappresentanti politici democraticamente eletti e alle modifiche apportate alla Carta dei tibetani per rendere effettivo tale passaggio (ratificate dal Dalai Lama il 29 maggio 2011), i poteri finora ad allora detenuti dal Dalai Lama come capo dell’esecutivo, e sanciti nell’articolo 19 della Costituzione, sono stati delegati al Primo Ministro. Di conseguenza, il Sikyong può approvare e promulgare le leggi e i regolamenti espressi dal Parlamento Tibetano in Esilio.
Fonti: Tibet Sun – Phayul