26 aprile 2016. Il 22 aprile il sito facebook di Radio Free Asia ha pubblicato un breve video che mostra il piccolo Gedhun Choeky Nyima assieme ai genitori e alla sorella. Nei giorni successivi il video è stato rimosso, non è chiaro se per accertamenti o in seguito a pressioni.
Le immagini mostrano il Panchen Lama ancora bambino e quindi si presume possano risalire ad almeno una ventina di anni fa. Confrontando la nuova immagine con l’unica di cui finora siamo a conoscenza la somiglianza sembra evidente ma una certa cautela è d’obbligo fino a quando l’autenticità del video sarà confermata. Resta comunque il fatto della concomitanza della pubblicazione del video con l’anniversario della nascita di Gedun Choeky Nyima, celebrato in tutto il mondo dai tibetani e dai loro sostenitori, e l’approssimarsi della ricorrenza del ventunesimo anniversario della sua sparizione.
Il 14 maggio 1995 il Dalai Lama, massima autorità spirituale del Tibet e allora capo del governo tibetano in esilio, riconosceva in Choekyi Nyima, in un bambino di sei anni, nato a Lhari, nel Tibet centrale, il 25 aprile 1989, l’undicesima reincarnazione di una delle più alte personalità religiose: il Panchen Lama, seconda autorità spirituale del Buddismo tibetano.
Malgrado l’assoluta legittimità della scelta del Dalai Lama, le autorità della Repubblica Popolare Cinese dichiararono la scelta del Dalai Lama “illegale e non valida” e accusarono il Dalai Lama di voler creare, con il riconoscimento del piccolo Panchen Lama, tensioni e conflitti in Tibet. Tre giorni dopo l’avvenuto riconoscimento, Choekyi Nyima e i suoi genitori furono prelevati dal loro villaggio e, da allora, se ne sono letteralmente perdute le tracce. Amnesty International definì all’epoca il Panchen Lama “il più giovane prigioniero politico del mondo”.
Ebbe da allora inizio, in Tibet, una durissima campagna di denuncia del Dalai Lama e di tutti quei tibetani, religiosi e laici, favorevoli alla sua scelta. Il monastero di Tashilunpo, tradizionale sede dei Panchen Lama, fu sottoposto a un regime di rigido controllo di polizia e diverse decine dei suoi monaci furono arrestati o espulsi per avere pubblicamente espresso la loro solidarietà al Dalai Lama. A breve distanza dalla sparizione di Gedhun Choekyi Nyima, la Cina riconobbe ed elevò al ruolo di Panchen Lama un altro ragazzo, Gyaincain Norbu, cresciuto ed educato nella completa adesione e fedeltà alle direttive del Partito Comunista Cinese.
Dal maggio 1995, Choekyi Nyima, oggi ventisettenne, e la sua famiglia sono scomparsi e il governo cinese non ha mai voluto dire con precisione dove si trovino e come stiano. Di fronte alle richieste di chiarimenti inoltrate da organizzazioni umanitarie, gruppi di sostegno alla causa tibetana, movimenti sindacali, partiti politici e parlamentari di numerose nazioni, le autorità della Repubblica Popolare Cinese hanno solo fatto sapere che il bambino e i suoi genitori “sono stati affidati al Partito Comunista per essere protetti dai tentativi di rapimento messi in atto dai seguaci del Dalai Lama e della sua cricca”. Il Panchen Lama filo-cinese non è mai stato accettato dai suoi connazionali che gli negano ogni legittimità.
Il motivo del rapimento del è essenzialmente di natura politica. Per tradizione, dopo la morte del Panchen Lama, il Dalai Lama ne riconosce la reincarnazione e, viceversa, il Panchen Lama riconosce la reincarnazione del Dalai Lama. Crescendo un Panchen Lama “di regime”, le autorità cinesi ritengono che, alla morte dell’attuale Dalai Lama, il falso Panchen Lama riconosciuto da Pechino sceglierà, come massima autorità del Tibet, una figura “fantoccio”, gradita al Partito.
Fonte: Redazione |