3 giugno 2016. Ricorre domani, 4 giugno, il 27° anniversario della protesta di piazza Tienanmen che il governo cinese represse con la forza massacrando migliaia di studenti e intellettuali.
Ai dimostranti che chiedevano maggiore libertà, democrazia e trasparenza Pechino rispose con l’esercito appoggiato dai carri armati. Il bilancio di quel massacro non è mai stato pubblicato dal governo ma organizzazioni internazionali indipendenti dicono che nella piazza e nelle adiacenti vie laterali furono uccise, nell’arco di sei settimane, almeno duemila persone. Da allora, ogni anno, le autorità cinesi intervengono preventivamente per impedire che attivisti e dissidenti commemorino l’anniversario. Riferisce Radio Free Asia che nelle scorse settimane dozzine di intellettuali, attivisti e veterani sono stati posti agli arresti domiciliari mentre ad altri, inclusi molti famigliari di quanti morirono nella strage, è stato ordinato di lasciare Pechino.
Tra quanti sono stati costretti agli arresti domiciliari figura Sun Wenguang, ex professore universitario. Assieme a una decina di attivisti aveva organizzato un incontro pubblico commemorativo degli eventi del 4 giugno 1987 in una piazza della località dove risiede, nella provincia dello Shandong. Quattro automobili della polizia hanno immediatamente chiuso la piazza e le forze di sicurezza hanno scortato il professore fino alla sua abitazione. Ai suoi compagni è stato impedito di raggiungerlo e i poliziotti sorvegliano notte e giorno l’ingresso del suo appartamento. Stessa sorte anche per un gruppo di attivisti che a Pechino volevano cenare insieme, in anticipo sulla data del 4 giugno per evitare i severi controlli della polizia, per ricordare la rivolta di Tienanmen. Due giorni prima dell’incontro è stato a tutti ordinato di non lasciare le rispettive abitazioni.
Allo statista Bao Tong, oggi ottantatreene, ex collaboratore di Zhao Ziyang, segretario del Partito al tempo del massacro, è stato ordinato, come già avvenuto in passato, di lasciare Pechino e prendersi una “vacanza” forzata. “Non ho altra scelta”, ha dichiarato, “devo obbedire, pena l’arresto. Andrò da qualche parte, non so ancora dove”.
A Chengdu, nella provincia tibetana del Kham, le autorità hanno arrestato due cittadini cinesi, Fu Hailu, proprietario di una casa da tè, e la poetessa Ma Qing per aver cercato di vendere alcune bottiglie di liquore sulla cui etichetta figurava la scritta “4 giugno 1989 – non dimenticate, non arrendetevi” e l’immagine di una persona davanti a una colonna di carri armati. Sull’etichetta si leggeva inoltre che il liquore si pregiava di 27 anni di invecchiamento, con chiaro riferimento ai 27 anni trascorsi dalla protesta di Tienanmen. Fu Hailu, trent’anni, si trova ora nel carcere di Chengdu con l’accusa di “tentativo di sovversione del potere dello stato”. Ma Qing è stata vista in un primo tempo in manette nella sua abitazione. Dopo la perquisizione dei locali è stata portata via e non se ne conosce la sorte.
Fonte: Radio Free Asia