13 luglio 2016. La prima “Medaglia del Coraggio Tenzin Delek Rinpoche” è stata conferita alla dottoressa Yeshe Choedon, in segno di riconoscimento per il coraggio con cui da anni chiede giustizia e diritti umani per il suo popolo.Il prestigioso riconoscimento, che da quest’anno intende premiare chi si batte a difesa dei diritti umani dei tibetani, è stato assegnato ieri, primo anniversario della morte di Tenzin Delek Rinpoce, nel corso di una cerimonia svoltasi a Dharamsala. Il conferimento è avvenuto in assenza della premiata: Yeshe Choedeon, infatti, sta scontando quindici anni di carcere poiché accusata di spionaggio per aver “divulgato segreti di stato e fornito informazioni a forze separatiste fuori dal Tibet”. Il governo cinese non ha mai fornito risposte o informazioni riguardanti il caso di Yeshe Choedon che, secondo quanto ha riferito a Tibet Post International nell’aprile 2016 una fonte tibetana, versa in precarie condizioni di salute e non ha mai potuto vedere i figli dal momento dell’arresto.
La medaglia è stata ritirata da Dolma Yangchen, Presidente dell’Associazione Donne Tibetane. “Onorando Yeshe Choedon rendiamo omaggio al suo coraggio e al coraggio di migliaia di altri tibetani che, dentro o fuori il Tibet, hanno pagato con la prigione il ruolo sostenuto nella lotta per la libertà del loro paese”, ha dichiarato Dolma. Dorje Tseten, Direttore della sezione Asia di Students for a Free Tibet, ha ricordato che la Medaglia del Coraggio è assegnata nell’anniversario della morte di Tenzin Delek Rinpoche, un leader molto rispettato all’interno della sua comunità e grande difensore dei diritti umani, detenuto per tredici anni nelle carceri cinesi e deceduto il 12 luglio 2015 in circostanze mai del tutto chiarite. Le autorità cinesi affermano che Rinpoche è morto per cause naturali ma i famigliari e quanti lo hanno conosciuto e stimato temono che sia stato avvelenato.
Il conferimento del premio è stato accompagnato dal lancio della “Giornata degli Eroi Tibetani”, un evento che ogni anno intende commemorare e celebrare il coraggio del popolo tibetano e spronarlo a proseguire nell’impegno per la libertà del Tibet.
Fonti: The Tibet Post – Phayul