8 settembre 2016. Sono iniziati oggi i lavori della 7° conferenza dei Gruppi di Sostegno al Tibet che vede riuniti a Bruxelles 250 delegati provenienti da 50 diversi paesi. L’Associazione Italia-Tibet è rappresentata dal vice presidente Thubten Tenzin.
Il Dalai Lama, in questi giorni in Europa per un tour di diciotto giorni durante i quali visiterà, oltre al Belgio, la Francia e la Polonia, ha presenziato come ospite d’onore alla cerimonia inaugurale. Rivolto ai delegati, ha affermato che la soluzione del problema del Tibet non è soltanto una questione politica ma è anche la via attraverso la quale potrà essere garantita al mondo intero la pace grazie alla conoscenza e alla preservazione della cultura del paese. A tutti ha rivolto parole di ringraziamento e di incoraggiamento a proseguire nello sforzo e nell’impegno comune.
Un impegno difficile che richiede un lavoro costante e la ricerca di nuove idee e strategie affinché il movimento di sostegno al Tibet possa proseguire e conseguire i risultati a lungo sperati. Questo il senso delle parole pronunciate dal Sikyong, dottor Lobsang Sangye, nel discorso di benvenuto rivolto ai delegati alla vigilia dell’apertura dei lavori. “Nei prossimi giorni il movimento conoscerà nuove energie e nuovo dinamismo. Grazie alle strategie operative che riusciremo a formulare la Cina saprà che i tibetani non sono soli e che la questione tibetana deve essere risolta in tempi brevi”. “Non è facile essere un sostenitore della causa del Tibet”, ha affermato il Sikyiong. “Ognuno di voi si muove su base volontaria, senza trarre alcun profitto dal suo lavoro. Alcuni amici hanno ormai i capelli grigi e qualche ruga intorno agli occhi ma non hanno mai smesso di sostenere il Tibet: ammiriamo la loro dedizione e ci sentiamo in debito”. Concludendo con una nota di ottimismo, Lobsang Sangay ha assicurato che in Tibet giustizia e libertà saranno presto ripristinate. “Quando avverrà, andremo insieme a Lhasa, cammineremo per il Barkhor, mangeremo i momo tibetani e danzeremo al suono della nostra musica”.
A Bruxelles i rappresentanti dei Gruppi di Sostegno, riuniti in gruppi di lavoro, saranno chiamati ad elaborare le strategie più efficaci e le conseguenti azioni comuni che il network dovrà intraprendere per mantenere viva l’attenzione alla causa e la pressione sulla Cina alla luce della difficile situazione all’interno del Tibet e dell’assoluta chiusura di Pechino a ogni forma di dialogo.
Fonti: Central Tibetan Administration – Phayul