L’ex premier nepalese: “Il Tibet è parte integrante della Cina”.


sangay-a-goa10 novembre 2106.
Al termine della sua visita di tre giorni in India, l’ex premier nepalese Bahadur Deuba ha dichiarato che il governo di Kathmandu è assolutamente fedele alla politica di “una sola Cina” e ha smentito ogni voce relativa a un suo presunto incontro con il Dalai Lama.

“Il Tibet è parte integrante della Repubblica Popolare cinese”, ha affermato Deuba, ex premier e presidente del partito del Congresso nepalese, “il governo e il mio partito sostengono fermamente la “one-China policy”. Smentendo la notizia pubblicata da alcuni organi di informazione nepalesi, Deuba ha inoltre dichiarato di non avere avuto, durante la sua permanenza in India, alcun incontro con il Dalai Lama né di essersi intrattenuto con alcun leader tibetano in esilio: “Non ho incontrato persone contrarie alla linea politica di “una sola Cina”, ha detto ai giornalisti al suo rientro a Kathamandu.

Bahadur Deuba, per la prima volta in India dopo la sua elezione a Presidente del partito del Congresso, avvenuta lo scorso mese di marzo, aveva partecipato al 3° India Ideas Conclave, iniziato a Goa il 5 novembre 2016, un seminario organizzato dalla India Foundation che ha visto riuniti oltre 350 tra politici, intellettuali, studiosi, giornalisti e attivisti. “Democrazia, Sviluppo e Dissenso” i temi centrali della riunione. Presente alla manifestazione anche il Primo Ministro tibetano Lobsang Sangay. Il Dalai Lama, in un primo tempo invitato ad inaugurare l’evento, non ha presenziato all’incontro e si è invece rivolto ai partecipanti con un video messaggio. La presenza di Lobsang Sangay a Goa e il video messaggio del Dalai Lama sono alla base delle accuse di “offesa alla Cina” dalle quali Deuba si è difeso al suo ritorno in Nepal.

Nel suo intervento il Sikyong Lobsang Sangay (nella foto) ha espresso l’auspicio che il Dalai Lama possa presto fare ritorno nella sua terra così soddisfacendo le speranze di quanti, all’interno del Tibet, da decenni soffrono aspettando di rivederlo. “Il governo cinese deve rispettare i diritti dei tibetani”, ha dichiarato, ricordando ancora una volta la distruzione in atto dell’Istituto di Studi Buddhisti di Larung Gar, segno dell’oppressione e dell’intolleranza del governo cinese. Il Primo Ministro tibetano ha inoltre ringraziato l’India per l’ospitalità e l’aiuto fornito ai profughi e ne ha elogiato la democrazia, fonte di ispirazione per il movimento tibetano che ad essa si è ispirato nella stesura della sua Costituzione.

 

Fonti: Press Trust of India – Phayul