7 dicembre 2016. Lobsang Sangay, Primo Ministro del governo tibetano in esilio, e Khenpo Sonam Tenphel, Presidente del parlamento, hanno chiesto l’immediato intervento dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani per salvare dalla totale distruzione il Centro di Studi Buddhisti di Larung Gar.
La richiesta è avvenuta nel corso di una conferenza stampa congiunta (nella foto) organizzata a Dharamsala il 5 dicembre. Il Sikyong e il Presidente del parlamento hanno inoltre chiesto all’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, Zeid Ra’ad al Hussein, di sollevare la questione la questione dei diritti umani in Tibet nel suo discorso di apertura alla 34° sessione del Consiglio che si terrà a Ginevra nel marzo del prossimo anno. Durante la conferenza stampa è stato ufficialmente presentato “We stand in solidarity with Tibet”, un filmato della durata di sette minuti (che pubblichiamo integralmente nella nostra sezione “on line”) per richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla drammatica situazione di Larung Gar.
Alcuni fotogrammi del video, pervenuti nonostante le pesanti limitazioni imposte da Pechino ai mezzi di comunicazione, mostrano le monache che disperate assistono alla partenza delle consorelle, forzatamente caricate sugli autobus per essere allontanate dal Centro e rispedite alle loro città d’origine. Altre immagini mostrano le monache, vestite con uniformi militari, mentre cantano la canzone “I cinesi e i tibetani sono figli di una sola madre”. In un terzo frammento del video si vedono alcune monache tibetane, allontanate dal Centro, costrette ad esibirsi su un palcoscenico mentre cantano canzoni pop compiendo alcuni passi di danza: per una religiosa questa forzata esibizione non solo costituisce una violazione del voti monastici ma è anche motivo di grande umiliazione. Le immagini mostrano inoltre alcuni articoli apparsi su quotidiani statunitensi tra i quali il New York Times che titola “La Cina distrugge con le motoseghe un Centro di Buddhismo tibetano”.
“Quanto sta avvenendo a Larung Gar ci riporta ai tempi della Rivoluzione Culturale”, ha dichiarato il Primo Ministro tibetano. I tre grandi monasteri del Tibet, Sera, Drepung e Ganden furono allora distrutti e il numero dei monaci drasticamente ridotto. La distruzione in atto a Larung Gar indica che un altro grande monastero dei Tibet sta subendo la stessa sorte: in Tibet sembra essersi riaccesa la Rivoluzione Culturale”.
Oltre a richiedere all’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite di sollevare la questione dei diritti umani in Tibet e di intervenire per fermare la distruzione di Larung Gar, il Sikyong Lobsang Sangay ha invitato tutti a sottoscrivere la petizione “Stand with Larung Gar Now” che sarà consegnata al Consiglio ONU per i Diritti Umani il prossimo 10 dicembre. In quello stesso giorno l’Amministrazione Centrale Tibetana osserverà un giorno di preghiera in segno di solidarietà con i religiosi di Larung Gar.
Invitiamo i lettori a firmare la petizione al sito:
Fonte: TSG Desk