20 dicembre 2016. Il Parlamento Europeo, riunito a Strasburgo, ha approvato il 15 dicembre una risoluzione urgente con la quale chiede alla Cina il rispetto della libertà di associazione e religione del popolo tibetano e condanna la distruzione del Centro buddista di Larung Gar.
A tre giorni dalla morte di Tashi Rabten, il Parlamento Europeo ha chiesto al governo cinese di riprendere il dialogo con i rappresentanti del governo tibetano in esilio, in stallo dal 2010, al fine di risolvere la crisi in atto in Tibet e di dare inizio ad un dialogo costruttivo con la comunità e i leader religiosi del Centro di Studi buddisti di Larung Gar per consentire ai tibetani deportati a causa della demolizione del complesso monastico di continuare i loro studi. “Il Parlamento Europeo chiede alle autorità cinesi di porre fine alla distruzione del Centro e all’allontanamento di quanti vi risiedono in nome del rispetto della libertà di religione e dei diritti umani, principio fondamentale della democrazia e dello stato di diritto, elemento indispensabile per garantire la stabilità politica”. “Il Parlamento Europeo – recita tra l’altro il documento – è seriamente preoccupato per il peggioramento della situazione dei diritti umani all’interno del Tibet, peggioramento che si è tradotto in un incremento dei casi di autoimmolazione; biasima il dispiego di un numero sempre maggiore di militari sull’altopiano tibetano, causa di tensione nell’intera regione, ed esprime la propria contrarietà alla sistematica sorveglianza esercitata sui privati cittadini”.
I Parlamentari esprimono inoltre preoccupazione per l’impatto sulla popolazione delle normative riguardanti la pubblica sicurezza e, in particolare, della legge sull’anti-terrorismo che penalizza la libertà di religione e di espressione culturale del popolo tibetano nonché della legge sul controllo delle Organizzazioni non Governative che entrerà in vigore a partire dal 1°gennaio 2017 e che di fatto porrà le NGO operanti a difesa dei diritti umani sotto il controllo governativo.
La Risoluzione condanna inoltre le violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Cina nel Turkestan Orientale nei confronti della minoranza Uigura e del professor Ihlam Toti, condannato al carcere a vita per aver preso le difese del suo popolo. Esorta la Cina al rispetto delle numerose convenzioni internazionali sottoscritte e mai applicate.
Fonte: Tibet Post International