4 marzo 2017. Nonostante la dura presa di posizione di Pechino, il governo indiano ha confermato l’imminente visita del Dalai Lama in Arunachal Pradesh e ha fatto sapere che il leader tibetano sarà il benvenuto nella regione.
“Il Dalai Lama sarà ospite del governo dell’Arunachal Pradesh dal 4 al 13 aprile e, in quanto devoto buddhista, lo incontrerò personalmente a Tawang”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Kiren Rijiju. “Visiterà la regione nella veste di leader religioso, non vi è alcun motivo per annullare il suo viaggio”.
Il 24 febbraio, un portavoce del Ministro degli Esteri cinese ha affermato che la visita del Dalai Lama in Arunachal Pradesh metterà a repentaglio la pace e la stabilità della regione. Ha inoltre dichiarato che l‘India sembra non rendersi conto della gravità del problema riguardante la figura del Dalai Lama e di quanto sia delicata la questione della definizione del confine tra India e Cina. Pechino, che si riferisce al territorio dello stato indiano con il nome di “Tibet del sud”, ha sempre rivendicato la sua sovranità sul territorio, il più orientale dell’India, situato tra Cina, Birmania, Assam e Bhutan. Fino al 1912 i confini dell’Arunachal Pradesh, sede dell’importante monastero di Tawang (nella foto) risalente al XIV secolo, non furono mai chiaramente definiti. Nel 1914, la Convenzione di Simla, promossa dal governo britannico e mai accettata dalla Cina, decretò – tra l’altro – l’appartenenza del territorio all’India. La disputa tra le due potenze asiatiche per l’esatta definizione dei rispettivi confini, culminò nel 1962 con la guerra sino-indiana, la “guerra dei trenta giorni”, che vide l’India sconfitta e costretta a rinunciare a un’ampia porzione del territorio himalayano.
Il governo di Pechino ha sempre osteggiato le visite in loco di leader o personalità su invito del governo indiano. Clamorosa la reazione alla visita del Dalai Lama in Arunachal Pradesh, nel settembre 2009. In quell’occasione, Pechino accusò apertamente il leader religioso tibetano di fomentare la ribellione e sfidare il dominio cinese sulla regione. Lo scorso anno, New Delhi consentì al 17° Karmapa, Ogyen Trinley Dorje, di recarsi in Arunachal Pradesh suscitando nuove critiche da parte cinese. Anche la presenza al festival di Tawang dell’ambasciatore americano in India, nell’ottobre 2016, è stata causa di pressioni e rimostranze.
Fonti: Phayul – redazione