22 gennaio 2018. “Nonostante la Rivoluzione Culturale abbia cercato di estirpare con la forza la religione e le istituzioni religiose presenti in Cina, possiamo oggi affermare che il tentativo è completamente fallito”.
Queste le parole rivolte dal Dalai Lama a un folto gruppo di praticanti buddhisti cinesi arrivati a Bodhgaya per presenziare agli insegnamenti del leader religioso tibetano arrivato nella città santa il 2 gennaio. “Forze esterne non possono prevalere sulla millenaria eredità spirituale del popolo cinese” – ha proseguito Tenzin Gyatso – “oggi, in Cina, assistiamo alla rinascita non solo del Buddhismo ma anche di altre antiche tradizioni”.
“Il popolo e la cultura cinese sono strettamente legati al Buddhismo. La tradizione sanscrita si è diffusa prima in Cina e, solo successivamente, in Corea, Vietnam, Tibet e Mongolia. Di conseguenza, storicamente, il popolo cinese nutre una naturale propensione per il Buddhismo, è un tesoro che avete ereditato ed è ammirevole la vostra dedizione nel preservarlo”.
Il Dalai Lama ha tuttavia insistito sulla necessità che la pratica religiosa non si basi sulla fede ma sia coltivata e preservata grazie allo studio. “Ho sempre chiesto ai religiosi tibetani, sia che vivano all’interno delle grandi università buddhiste o all’interno di piccoli centri e monasteri, di studiare i testi e di analizzare e sperimentare quanto la filosofia buddhista insegna. Chiedo lo stesso impegno anche agli amici cinesi”.
Il 17 gennaio, due rudimentali bombe sono state trovate all’interno del complesso di Bodgaya, una nelle vicinanze del Mahabodi, il tempio principale, e l’altra lungo la strada che porta alla residenza del Dalai Lama. Il ritrovamento è stato motivo di apprensione per la sicurezza del leader religioso tibetano ma la polizia, pur proseguendo nelle indagini per accertare gli autori del gesto intimidatorio, hanno al momento escluso che Sua Santità potesse essere l’obiettivo di eventuali esplosioni. Le misure di sicurezza sono state rafforzate all’interno di tutto il complesso.
Fonti: Central Tibetan Administration – Phayul