7 marzo 2018. Un tibetano è deceduto oggi a Meruma, nella Contea di Ngaba, dopo essersi dato fuoco in segno di protesta contro l’occupazione cinese del Tibet.
Tsekho, un quarantenne tibetano conosciuto anche col nome di Tsekho Tukchak, si è cosparso di benzina e si è fato fuoco a Meruma attorno alle cinque del pomeriggio (ora locale). La sua morte è stata istantanea. Conosciuto per il suo patriottismo, Tsekho si è autoimmolato in segno di protesta per la dura politica di repressione attuata dal governo cinese nei confronti del tibetani. Lascia la moglie e due figlie.
Sale a 152 il numero dei tibetani che dal 2009 si sono autoimmolati per la libertà del Tibet. La sua morte, la prima del 2018, avviene a soli tre giorni dal 59° anniversario della sollevazione di Lhasa e a dieci anni dall’insurrezione che nel 2008 infiammò tutto il Tibet.
In vista della ricorrenza del 10 marzo le autorità cinesi hanno rafforzato i controlli in tutto il Tibet. Il 2 marzo l’Esercito di Liberazione e la Polizia Armata del Popolo hanno condotto una massiccia esercitazione militare congiunta con grande dispiego di uomini e mezzi. Imponente la presenza militare nei monasteri del Tibet orientale. Gli organi di informazione cinesi riferiscono che attraverso l’esercitazione le autorità cinesi hanno voluto dimostrare la ferma intenzione di garantire la “stabilità sociale” necessaria al perseguimento degli obbiettivi strategici ed economici programmati in tutto l’altopiano tibetano.
Fonti: Phayul – Tibet Net