18 luglio 2018. Hugues Picon, un sostenitore della causa tibetana di nazionalità francese, è stato arrestato a Mosca prima della finale dei mondiali di calcio.
Mentre tutto il mondo era incollato davanti ai televisori per seguire la partita tra Francia e Croazia, a Hugues Picon è stato negato l’ingresso allo stadio pur essendo in possesso di un regolare biglietto e ha passato la notte in carcere. Durante la semifinale tra Francia e Belgio a S. Pietroburgo, indossando una T-shirt con la scritta “Dalai Lama”, si era fatto notare per avere sventolato la bandiera tibetana e postato diverse foto su Facebook (nella foto Picon a S. Pietroburgo).
In un’intervista concessa alla rete Tibet TV, Hugues ha detto di essere diventato un sostenitore della causa tibetana dopo aver vissuto in Tibet negli anni ’90 assieme ad altri cinque connazionali.
Nel luglio del 1986 era stato ricevuto in udienza privata dal Dalai Lama. Ha dichiarato che la bandiera nazionale tibetana è per lui come la prosecuzione della sua mano: “Ovunque io vada porto con me la bandiera tibetana. Il Tibet è sempre nel mio cuore, vivo in Tibet, mangio tibetano, mio figlio ha un nome tibetano, il Tibet è la mia vita”, ha detto Hugues Picon. “Ho vissuto in Tibet, chi altro avrebbe potuto fare quello che ho fatto”? “Mi dispiace di aver perso l’occasione di vedere la partita e di avere passato la notte nella stazione di polizia ma ora, dopo due giorni, sono fiero del mio gesto”. Durante il suo fermo, Picon è riuscito a postare su Facebook la foto della bandiera tibetana a terra, all’interno della cella. Il mattino del 16 luglio, l’attivista è stato liberato ed ha raggiunto l’Ambasciata francese a Mosca.
Il suo gesto di solidarietà con il Tibet e il Dalai Lama è stato applaudito dai tibetani in tutto il mondo. Tra i tanti commenti postati sui social network figurano: “Grazie di cuore, abbiamo bisogno di un numero maggiore di persone come te”. “Non è la Cina ma è questa la Russia”?
Fonti: Central Tibetan Administration – Phayul