29 novembre 2018. Il Comitato Relazioni Estere del Senato USA ha approvato ieri all’unanimità l’Atto di Reciproco Accesso al Tibet già votato lo scorso mese di settembre dalla Camera dei Rappresentanti.
La legge mira a porre fine all’isolamento imposto dalla Cina al Tibet e al popolo tibetano e chiede al governo di Pechino di consentire libero accesso alle aree del territorio tibetano a giornalisti, organizzazioni a difesa dei diritti umani, diplomatici e turisti nella stessa misura con cui ai cinesi è consentito di viaggiare e recarsi negli Stati Uniti. In base ai risultati di controlli annualmente effettuati e notificati al Congresso dal Segretario di Stato, saranno negati il visto d’ingresso o la permanenza negli Stati Uniti ai funzionari cinesi in posizione di leadership a livello sia nazionale sia locale se Pechino non garantirà la libera circolazione di operatori umanitari, rappresentanti della stampa e turisti all’interno del Tibet. Se a funzionari, giornalisti e cittadini cinesi è riconosciuta la libertà di viaggiare nel territorio degli USA, alle rispettive controparti americane deve essere riconosciuta altrettanta libertà. L’Atto evidenzia inoltre in modo esplicito le difficoltà e i procedimenti discriminatori che i tibetani con passaporto americano o residenti negli Stati Uniti si trovano ad affrontare quando si recano alle ambasciate o ai consolati cinesi per ottenere il visto d’ingresso in Tibet, sia che vogliano visitare i parenti o recarsi in pellegrinaggio.
Il 21 novembre, su iniziativa di International Campaign for Tibet in collaborazione con la Federazione Internazionale per i Diritti Umani, si è tenuta a Bruxelles, all’interno del Parlamento Europeo, una conferenza sul tema della necessità che anche l’Europa affronti il problema della reciprocità con la Cina includendo nella parità degli scambi non solo i rapporti economici e commerciali ma anche il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali e l’incondizionato accesso al Tibet. Nel corso della conferenza è stato evidenziato come l’asimmetria nelle relazioni tra Europa e Cina e la crescente influenza autoritaria di Pechino nelle relazioni con l’Europa rappresentino una seria minaccia alla democrazia e ai valori universali.
Matteo Mecacci, presidente di International Campaign for Tibet, ha affermato che il Tibet è uno dei paesi al mondo a cui a giornalisti e osservatori indipendenti è maggiormente negato libero accesso. “Il completo isolamento – ha dichiarato – consente alla Cina di continuare ad opprimere il popolo tibetano. Inoltre, il governo cinese approfitta delle opportunità offerte dalle società democratiche per diffondere la sua propaganda e impedire ogni aperta discussione sul Tibet. Il principio di reciprocità, incluso il libero accesso in Tibet, deve essere tra le priorità dei paesi democratici nei loro rapporti con la Cina”.
Ursula Gauthier, una giornalista francese più volte in Tibet prima di essere espulsa dalla Cina nel 2016 per avere denunciato in un suo articolo le politiche repressive di Pechino nello Xinjianag, ha ribadito l’assenza di reciprocità nei rapporti tra Unione Europea e Cina e ha definito “scandaloso” il fatto che eventi di grande rilevanza quali le autoimmolazioni non abbiano avuto un’adeguata copertura e risonanza. Bas Belder, membro del Parlamento Europeo e relatore del Rapporto, recentemente adottato, sullo stato delle relazioni tra UE e Cina, ha dichiarato che il principio di reciprocità non deve regolare solamente l’accesso al mercato ma deve altresì includere la libertà di stampa.
Nel corso della conferenza, Kelsang Gyaltsen (il primo a destra nella foto), ex Rappresentante Speciale del Dalai Lama in Europa, ha reso omaggio a Lodi Gyari, presidente e successivamente direttore esecutivo di International Campaign for Tibet, deceduto lo scorso 29 ottobre.
Fonte: savetibet.org