10 aprile 2019. Allo scopo di rafforzare la sudditanza dei tibetani alla volontà di Pechino, è stato ordinato ai monaci del monastero di Sera di rispettare rigorosamente le leggi cinesi e di “opporsi al separatismo”.
Riferisce Radio Free Asia che lo scorso 13 marzo in occasione di un convegno organizzato a Lhasa (nella foto), Lhakpa Tsering, un funzionario tibetano alle dipendenze del governo cinese e direttore del comitato di gestione del monastero di Sera, ha dichiarato che i monaci devono ora fare dell’opposizione al separatismo una professione di fede. Rivolgendosi ad un pubblico di 320 persone, inclusi monaci, membri del direttivo del monastero, funzionari di polizia e responsabili della sicurezza, Tsering ha affermato che “i monaci devono essere grati al governo cinese e mostrare la loro lealtà alla nazione obbedendo alle leggi del paese”.
E’ stata inoltre chiesta ai monaci estrema attenzione nell’uso dei social media. In riferimento a una serie di norme chiamate “20 divieti”, introdotte dalle autorità cinesi lo scorso mese di febbraio, Tsetan Dorje, un altro tibetano facente parte dello staff direttivo del monastero, ha chiesto ai presenti di rispettare tutte le restrizioni previste dalla legge evitando di diffondere informazioni o altro materiale ritenuto politicamente sensibile. Il direttore della Commissione per l’Informazione e l’Istruzione ha detto che i monaci devono sempre “contraccambiare la generosità della Cina” in Tibet mostrando lealtà a Pechino e amore per i top leader del Partito Comunista cinese.
Allo scopo di impedire ogni manifestazione di protesta, dal 2012 la maggior parte dei monasteri tibetani sono gestiti da comitati di amministrazione i cui membri sono funzionari laici nominati dal governo. In precedenza la direzione dei monasteri era affidata a monaci che, pur essendo selezionati dal governo locale e dal Partito, erano poi eletti dai componenti delle singole comunità religiose. Il controllo sui monasteri è stato rafforzato soprattutto nella cosiddetta Regione Autonoma Tibetana dove, secondo quanto recentemente riportato dal giornale cinese Global Times, al fine di garantire e rafforzare la “stabilità sociale” oltre 30.000 tra monaci e monache sono stati chiamati a dare prova della loro conoscenza delle leggi e dei regolamenti cinesi.
Fonte: Radio Free Asia