15 aprile 2019. 1200 uiguri detenuti nei campi di “ri-educazione politica” dello Xinjiang sono stati trasferiti nella prigione di Wuwei, nella provincia cinese del Gansu.
Riferisce Radio Free Asia che le autorità della Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang (XUAR) hanno iniziato a trasferire in segreto gli uiguri detenuti nei sovraffollati campi di detenzione locali nelle carceri di altre regioni cinesi già a partire dallo scorso mese di ottobre. Ricordiamo che dal 2017, gli Uiguri residenti nelle maggiori cittadine della Regione Autonoma dello Xinjiang (XUAR) e sospettati di radicalismo religioso o di “idee politiche errate” sono stati progressivamente tratti in arresto o detenuti in “campi di ri-educazione patriottica” allestiti in diverse aree della regione. Le autorità del governo centrale cinese non avevano mai pubblicamente ammesso l’esistenza dei campi né tantomeno reso pubblico il numero degli Uiguri in essi detenuti, oltre un milione di persone secondo Dolkun Isa, presidente del Congresso Mondiale degli Uiguri, un’associazione in esilio con sede a Monaco. A fronte del silenzio di Pechino, un rapporto pubblicato il 26 giugno 2018 da Human Rights Watch e le notizie diffuse nel mese di luglio da Radio Free Asia avevano ampiamente descritto le precarie condizioni di vita e le pressioni psicologiche subite dagli internati a causa del sovraffollamento, delle difficili condizioni sanitarie e del forzato indottrinamento politico.
A fronte della condanna da parte di organizzazioni internazionali di tutto il mondo e del rifiuto da parte delle autorità cinesi di concedere ad osservatori indipendenti di accedere ai campi per verificare la situazione in essi esistente, la Cina sta trasferendo i detenuti in altre parti del paese per far credere che il numero dei detenuti uiguri nella Regione sia inferiore alle stime denunciate. Recentemente, funzionari governativi delle regioni dello Shandong, dello Shaanxi e del Gansu, contattato da Radio Free Asia, hanno confermato che prigionieri uiguri detenuti nella XUAR sono stati trasferiti nelle carceri locali.
Un funzionario del carcere di Wuwei, nel Gansu, ha riferito che almeno 1200 uiguri o appartenenti a minoranze etniche musulmane sono ora alloggiati in quattro ali dell’istituto di pena, “200 o 300 in ogni ala”. Vano ogni tentativo di ottenere altre informazioni. “Non possiamo fornire informazioni sul trasferimento dei prigionieri senza il consenso dei nostri superiori”, ha fatto sapere un secondo funzionario che, come il primo interpellato, ha voluto mantenere l’anonimato. “Non si trovano qui per aver commesso crimini accertati ma per una ragione speciale e sono sotto stretta sorveglianza”, aveva dichiarato all’inizio dell’anno un responsabile della gestione del carcere provinciale del Gansu. “Per esempio, non possono incontrare i loro parenti o conoscenti”.
Fonte: Radio Free Asia