24 aprile 2019. Le autorità cinesi hanno rafforzato i controlli all’interno del Centro di Studi Buddhisti di Larung Gar dichiarando chiuso il numero degli studenti ammessi all’interno dell’accademia monastica.
Il Centro di Studi Buddhisti di Larung Gar (nella foto una recente immagine) è la più grande scuola filosofica del Tibet, frequentata per anni da monaci, monache e studenti laici di origine tibetana, cinese e di molti altri paesi asiatici. Il monastero, fondato nel 1980 da Khenpo Jigme Phuntsok, si trova nella Contea di Serthar, Prefettura Autonoma Tibetana di Kardze, nella Regione del Kham, a un’altezza di 4000 metri. Nel giugno 2016 le autorità cinesi decisero che il numero delle persone ospitate a Larung Gar dovesse ridursi entro il 30 settembre 2017 dalle esistenti 10.000 unità a non più di 5000. Iniziò da allora la distruzione sistematica degli alloggi dei monaci e degli studenti e il loro forzato allontanamento. Completata nel gennaio 2018 la demolizione degli edifici e l’espulsione dei religiosi, le autorità cinesi hanno assunto il pieno controllo sia religioso sia amministrativo del Centro. Un rapporto pubblicato in quella data dall’organizzazione internazionale a difesa dei diritti umani Human Rights Watch aveva reso noto che a partire dall’agosto 2017, circa duecento persone tra dirigenti e funzionari del Partito Comunista cinese avevano assunto il totale controllo dell’istituzione religiosa esercitandone la direzione amministrativa e finanziaria, decidendo sui criteri di ammissione dei religiosi e perfino sulla scelta dei libri di testo.
Le nuove disposizioni governative avallano la volontà di Pechino di esercitare piena autorità a Larung Gar. Radio Free Asia riferisce di aver appreso da fonti tibetane che nessuno studente sarà più ammesso all’interno dell’accademia buddhista. “Se le autorità verranno a conoscenza dell’ammissione di nuovi iscritti scatterà immediatamente il provvedimento di espulsione, pena provvedimenti e sanzioni ancora più dure se gli ordini del governo non saranno rispettati”.
Si è appreso inoltre da una seconda fonte che, allo scopo di prevenire ingressi non autorizzati di nuovi studenti, i dirigenti cinesi del monastero hanno fatto costruire mura di recinzione attorno ad ampie sezioni dell’istituto monastico ed istituiti tre posti di controllo. “Gli arrivi e le partenze dei religiosi sono ora strettamente controllati giorno e notte”. Il 16 aprile, parlando ai monaci e alle monache, Tsultrin Lodoe, abate del Centro, ha detto che il 2019 sarà un anno difficile per i residenti e che “se non sarà posta in essere ogni necessaria precauzione e cautela potrebbero insorgere vari problemi”. L’abate ha aggiunto che per la sicurezza e la sopravvivenza dell’istituto tutti dovranno comportarsi e parlare in modo adeguato.
Fonti: Radio Free Asia – Redazione