15 maggio 2019. Tre giornalisti impiegati presso una delle più importanti agenzie di stampa del Nepal sono sotto indagine per aver pubblicato una notizia riguardante il Dalai Lama.
Lo scorso 27 aprile Mohani Risal, Somnath Lamichhanne and Jivan Bhandari hanno tradotto e reso pubblico attraverso l’agenzia di stato nepalese Rastriya Samachar Samiti (RSS) quanto riferito dall’agenzia Asia News International. Brevissimo il testo: “Il Dalai Lama, leader spirituale tibetano, ha fatto ritorno a Dharamsala dopo il ricovero in un ospedale privato per la cura di un’infezione polmonare”. A seguito dell’intervento dell’ambasciata cinese, il ministro dell’informazione e della comunicazione ha immediatamente convocato il direttore dell’agenzia e ordinato l’apertura di un’inchiesta in quanto, come da lui stesso dichiarato al Kathmandu Post: “La questione tibetana è un argomento sensibile per la Cina e la diffusione di una notizia riguardante il Dalai Lama da parte di un’agenzia di stato, in particolare durante la visita ufficiale del presidente Bidya Devi Bhandari a Pechino, va contro l’impegno assunto dal Nepal alla One China Policy” (nella foto la guardia d’onore cinese schierata per l’arrivo del presidente nepalese a Pechino il 29 aprile).
I tre giornalisti, interrogati da un comitato d’inchiesta composto da quattro persone e convocato dal direttore della RSS, si sono difesi dichiarando che “il Dalai Lama fa notizia in tutto il mondo e le sue condizioni di salute sono argomento di interesse per la gente di tutto il pianeta, incluso il Nepal”. Pur esprimendo qualche riserva sull’ambiente di lavoro e sulla mancanza di libertà di stampa, hanno affermato che il loro lavoro non è stato dettato da altra motivazione. Il ministro dell’informazione ha fatto sapere che il comitato sta vagliando le dichiarazioni dei giornalisti e che la decisione finale spetterà al direttore dell’agenzia. Un episodio che fuori da ogni dubbio evidenzia quanto forte sia l’influenza cinese sullo stato himalayano.
Fonti: Phayul – Tibet Sun