La solidarietà di International Tibet Network ai manifestanti di Hong Kong

HONG KONG-CHINA-POLITICS-EXTRADITION-PROTEST19 giugno 2019. Mentre a Hong Kong continuano le proteste contro la bozza del provvedimento sull’estradizione, sospesa ma non ritirata dalla governatrice Carrie Lam, International Tibet Network ha espresso ammirazione e solidarietà ai dimostranti che a milioni sono scesi in piazza per la difesa dei loro diritti.

Tenzin Jigdal, coordinatore internazionale del Network – al quale aderiscono le organizzazioni non governative che in tutto il mondo sostengono la causa tibetana e di cui anche l’Associazione Italia-Tibet fa parte – ha così dichiarato: “Siamo preoccupati per la libertà e la sicurezza di ogni singolo abitante di Hong Kong. Se la legge sull’estradizione delle persone sospette fosse applicata, nessuno avrebbe la certezza di non essere estradato in Cina, paese il cui sistema giudiziario vanta il deprecabile primato delle detenzioni arbitrarie, del diffuso ricorso alla tortura, delle sparizioni forzate e della violazione delle norme che garantiscono un equo processo”. “Esprimiamo la nostra solidarietà – ha aggiunto – a tutti coloro che stanno manifestando. Cinque generazioni di leader del Partito Comunista cinese non sono riuscite a soffocare il desiderio di libertà dei popoli di Hong Kong, del Tibet, del Turkestan orientale, della Mongolia del sud e della stessa Cina. Desideriamo tutti godere dei diritti umani fondamentali, un desiderio condiviso da milioni di persone nel mondo, e continueremo a resistere fino a che noi, i nostri figli o figli dei nostri figli, non avremo assaporato il dolce sapore della libertà”.

Da Taiwan, Penghsuan Lee, coordinatrice di International Tibet Network nell’Asia orientale, si è così espressa: “Rendiamo omaggio al popolo di Hong Kong per non essere rimasto in silenzio. Se gli emendamenti alla legge sull’estradizione fossero tradotti in pratica assisteremmo alla totale violazione di quanto Pechino ha garantito nel 1997 al popolo di Hong Kong. Chiediamo alla comunità internazionale di ricordare alla Cina la responsabilità morale che la impegna a garantire il mantenimento delle promesse allora fatte”.

Queste le parole di Lobsang Yangtso, coordinatore del Network per il continente asiatico: “Chiediamo alle autorità di Hong Kong di porre immediatamente fine all’uso della violenza contro questi pacifici dimostranti. Chiediamo alle forze di sicurezza di rifiutarsi di obbedire ad eventuali inammissibili ordini che venissero dai loro superiori. Con la mente al recente 30° anniversario della strage di Piazza Tienanmen, chiediamo ai governi di tutto il mondo di ricordare alle autorità cinesi dell’isola che il silenzio o un’attesa passiva equivalgono a una legittimazione dell’oppressore”.

Fonte: International Tibet Network