Cina: 1800 statue religiose “scomparse” da una località turistica

29 ottobre 2019

 

Situata nel distretto di Tong’an del borgo di di Lianhua, nella giurisdizione della città di Xiamen della provincia sudorientale del Fujian, la zona panoramica del Monte degli Arhat (o di Luohan) è un grande villaggio turistico e culturale. È stata edificata nel 2009, iniziata e sovvenzionata principalmente da Lin Zhiliang, calligrafo e imprenditore cinese. La sua costruzione è stata finanziata anche grazie ad alcuni eventi benefici, durante i quali gente di ogni estrazione sociale ha donato del denaro.

L’area panoramica, costata più di 100 milioni di renminbi (circa 14 milioni di dollari statunitensi), ospita i Tre insegnamenti tradizionali cinesi: confucianesimo, buddhismo e taoismo. Vi erano custodite più di un migliaio di statue, fra cui quelle dei Buddha, dei Bodhisattva e degli Arhat. Vi erano state collocate più di trenta attrazioni, per esempio la giungla delle 500 statue degli Arhat, il Padiglione della Guanyin, la Torre degli Arhat, il tempio di Guandi e altre.

Incalzati dallo Stato, i responsabili della zona panoramica non hanno avuto altra scelta che coprire con teloni mimetici 500 statue degli Arhat e spostare le altre all’interno di una struttura chiusa. Intanto le statue dei Buddha sono state nascoste o demolite. Il costo complessivo del progetto ha superato i 400mila renminbi (circa 56mila dollari).

Anche le scritte a tema religioso sono state modificate: i caratteri cinesi che indicavano il «Monte degli Arhat» sono stati cambiati in «Accademia del loto», il «tempio di Kitigarbha» è stato rimpiazzato dall’«aula di Confucio» e il nome del tempio dedicato a Caishen, il dio della ricchezza, è stato modificato in «aula del maestro Zhu» in memoria di Zhu Xi (1130-1200), filosofo cinese e fondatore della scuola “razionalista”.

Il governo ha imposto alcune restrizioni anche alle mostre di calligrafia di Lin Zhiliang, vietandogli di scrivere qualsiasi cosa legata al Buddha. Uno dei credenti del posto ha commentato che, così facendo, le autorità stanno intensificando il controllo che esercitano sulla gente e soffocano la diffusione delle religioni.

Un manager che lavora nella zona panoramica ha detto a Bitter Winter che numerosi funzionari dell’amministrazione della città di Xiamen erano presenti alla cerimonia di inaugurazione del Parco culturale e industriale del Monte degli Arhat, nel maggio 2012. «A quell’epoca, lo Stato ne approvava la costruzione e ci ha dato ordine di svilupparlo in un villaggio turistico», ha lamentato. «Oggi, dopo che si è versato tutto questo denaro, ci impone di distruggere le statue. Non sappiamo dove rivolgerci per essere risarciti».

«Molti turisti sono venuti fin qui per vedere le statue degli Arhat, solo per trovarle avvolte dai teli», ha detto l’uomo, disperato. «Hanno detto che li abbiamo imbrogliati, ma non possiamo farci niente». Ha aggiunto che in passato molti turisti venivano in visita all’area panoramica, fra 20 e 30mila persone al giorno nei momenti migliori, ma ora il loro numero è diminuito bruscamente.

«È tornata l’epoca di Mao Zedong: tutti dobbiamo gridare “Lunga vita al presidente” ma è vietato qualsiasi credo religioso», si è lamentato un fedele buddhista del posto. «Se tutti credono nel Partito Comunista, sarà più facile per il regime controllarli, proprio come durante la dominazione di Mao, quando le masse avevano l’obbligo di appoggiarlo. Il PCC teme che la gente diventi più saggia se pratica una religione, perché non è in grado di controllare le persone sagge. Più la gente è dura di comprendonio, più è semplice tenerla sotto controllo».

di Ye Ling – bitterwinter.org

29 ottobre 2019