7 gennaio 2020. Per ordine del Dipartimento dell’Istruzione gli studenti di Lhasa, durante le vacanze, dovranno astenersi da ogni attività religiosa.
Nella direttiva, articolata in sette punti e inviata ai genitori degli studenti, si legge che tra il 31 dicembre e il 3 marzo, periodo delle vacanze invernali, gli studenti non potranno partecipare ad alcuna attività religiosa o intraprendere viaggi a lunga distanza. La responsabilità e le conseguenze di ogni eventuale trasgressione ricadranno sui genitori degli alunni. E’ quanto recita l’ultimo paragrafo dell’informativa che, nei primi sei punti, raccomanda lo studio, un buon comportamento in casa, la visione di documentari educativi e riguardanti questioni di interesse nazionale. Sarà compito della famiglia vigilare sul rispetto delle “quattro attività proibite”: non pattinare sul ghiaccio del fiume, non entrare negli internet café, non portare con sé oggetti potenzialmente pericolosi e non uscire da soli (nella foto il tempio del Jokhang a Lhasa).
Agli studenti era stato proibito di prendere parte a cerimonie religiose anche nelle vacanze estive e invernali del 2018 e 2019. Il 1° giugno 2018, in occasione della ricorrenza del Saha Dawa, il mese in cui si celebra la nascita, l’illuminazione e la morte di Buddha, le autorità di Lhasa avevano vietato agli impiegati governativi, agli studenti e ai loro genitori di partecipare alle cerimonie e ai festeggiamenti.
Tibet: il governo cinese chiude una rete di centri buddisti tibetani
Il governo di Pechino ha ordinato la chiusura di una rete di centri buddisti tibetani nella regione del Sichuan. Ne ha dato l’annuncio il 30 dicembre Khenpo Sodorgye, fondatore del Bodhi Institute of Compassion and Wisdom, un istituto religioso con varie sedi nella provincia cinese e all’estero. Secondo le autorità, all’interno dei centri si svolgerebbero “attività illegali”. Nel riportare la notizia, International Campaign for Tibet ritiene che Pechino si propone invece di limitare “l’influenza religiosa e morale” di Khenpo Sodorgye, discepolo del Centro di Studi Tibetani di Larung Gar, fondato negli anni ’80 del secolo scorso dal monaco Jigme Phuntsok, e a partire dal 2016 progressivamente raso al suolo. Dal gennaio 2018, distrutta gran parte degli edifici ed espulsi forzatamente quasi 5000 religiosi, il centro è sotto il totale controllo, sia religioso sia amministrativo, dei funzionari del Partito.
Ultim’ora: sostituito il capo del Liaison Office di Hong Kong
7 gennaio 2020. Wang Zhimin, il rappresentante del governo di Pechino a Hong Kong, è stato improvvisamente allontanato dal suo incarico e sostituito con Luo Huining, 65 anni, precedentemente alto funzionario e segretario del Partito comunista in due province cinesi. Dal 2003 al 2016 Luo ha rappresentato il governo nella provincia del Qinghai di cui è diventato governatore nel 2010 e segretario del Partito nel 2013. Nel 2016, con l’incarico di ripulire la zona dalla corruzione e dagli scandali ad essa collegati, la sua carriera è proseguita nella provincia di Shanxi. Il 4 gennaio, parlando con i giornalisti dopo la sua nomina, Luo Huining ha dichiarato che “negli ultimi sei mesi la situazione a Hong Kong è peggiorata” e che “tutti sperano che Hong Kong torni sulla retta via”.
Fonti: Tibetan Review – savetibet.org – AsiaNews – nytimes.org