21 febbraio 2010 (il post.it). Tre giornalisti del Wall Street Journal dovranno lasciare la Cina in seguito alla pubblicazione di un articolo intitolato “la Cina è il vero malato dell’Asia”.
Mercoledì la Cina ha detto che detto che espellerà tre giornalisti del Wall Street Journal che lavorano nell’entroterra cinese, a causa di un articolo pubblicato a febbraio nella sezione dei commenti intitolato “La Cina è il vero malato dell’Asia“. L’articolo metteva in guardia contro le pericolose conseguenze di una crisi economica cinese e dei suoi mercati finanziari. Era dal 1998 che la Cina non espelleva un giornalista straniero. La Cina aveva chiesto al Wall Stree Journal di “riconoscere la gravità dell’errore, di scusarsi apertamente e formalmente e di investigare e punire i giornalisti”, come si legge in un comunicato del governo; lo stesso comunicato aggiunge che “il popolo non accoglie i giornali che pubblicano commenti razzisti e offendono la Cina con attacchi malevoli”. Il segretario di stato americano Mike Pompeo ha condannato la decisione dicendo che “i paesi maturi e responsabili accettano che i giornalisti riportino fatti ed esprimano opinioni”.
I giornalisti sono lo statunitense Josh Chin, vice caporedattore a Pechino, Chao Deng, un altro cittadino americano, e l’australiano Philip Wen; dovranno lasciare la Cina entro cinque giorni. Il mese scorso Pechino non aveva rinnovato il visto a un altro giornalista del Wall Street Journal, Chun Han Wong; non era stata data alcuna spiegazione, ma Chun Han Wong aveva scritto un articolo su un’inchiesta per riciclaggio, favoreggiamento dell’immigrazione e crimine organizzato a carico del cugino del presidente Xi Jinping. Per lavorare in Cina i corrispondenti stranieri devono ottenere un accredito governativo e un visto, concesso solitamente per un anno.
La mossa arriva dopo che Washington ha designato cinque media cinesi come agenti della Cina, richiedendo loro di registrare i propri dipendenti e le loro proprietà negli Stati Uniti presso il Dipartimento di Stato. L’elenco comprendeva la Xinhua News Agency, la China Global Television Network, la China Radio International, la China Daily Distribution Corporation e l’Hai Tian Development USA. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha affermato che la designazione era “attesa da tempo”, definendo i media in questione “portavoce del Partito comunista cinese“.
Fonte: il Post.it