30 novembre 2020. Ignota la sorte di Rinchen Tsultrim, un monaco tibetano arbitrariamente arrestato il 1°agosto 2019.
Rinchen Tsultrim, un religioso di ventinove anni appartenente al monastero di Nangshig, nella Contea di Ngaba, strenuo difensore del diritto dei tibetani a praticare e preservare la loro lingua, è stato arrestato assieme a due confratelli lo scorso 1°agosto 2019 e tradotto nel carcere di Ngaba Bakham in stato di completo isolamento. Fonti locali avevano fatto sapere che i monaci con lui incarcerati erano stati rilasciato dopo pochi giorni ma di Rinchen non è pervenuta alcuna notizia fino al 23 marzo 2020, giorno in cui le autorità cinesi hanno ufficialmente comunicato ai famigliari che il loro congiunto era detenuto in quanto “separatista” e traditore senza fornire alcuna informazione sulle sue condizioni di salute e il luogo esatto della sua detenzione. Pressati dalle richieste della famiglia, i funzionari cinesi hanno infatti, di volta in volta, fatto sapere che Rinchen Tsultrim poteva trovarsi a Chendu, a Markham o a Ngaba così alimentando la preoccupazione dei genitori e dei suoi quattro fratelli che a questo punto si chiedono se sia ancora vivo.
Sembra che il religioso fosse da tempo sotto sorveglianza per aver scambiato messaggi per oltre due ore, nel 2018, attraverso l’applicazione WeCaht con alcuni compatrioti residenti all’estero. La polizia cinese sequestrò il suo cellulare, registrò la conversazione, lo diffidò dall’usare WeChat e chiuse il suo sito web. Il 25 aprile 2019, giorno del compleanno dell’XI Panchen Lama Gedhun Choekyi Niyma, Rinchen contattò nuovamente alcuni tibetani in esilio e con loro parlò della situazione esistente in Tibet. Rinchen era inoltre accusato di aver fatto arrivare in Tibet dall’estero, via posta, alcuni testi religiosi.
Fonti: Phayul – Tibet.net