21 settembre 2021. Con le elezioni del 19 settembre la città ha un nuovo Comitato elettorale. Finora l’organismo ha avuto il compito di scegliere il capo dell’esecutivo cittadino; la nuova legge elettorale “patriottica”, imposta da Pechino a marzo, gli assegna anche il potere di nominare 40 dei 90 membri del Legco, il Parlamento dell’ex colonia britannica, e di vagliare la legittimità delle candidature.
Dopo alcuni ritardi, oggi le autorità hanno reso noto i risultati finali. Solo candidati “patriottici”, dunque allineati al governo, hanno potuto concorrere. L’affluenza è stata del 90%, ma gli aventi diritto erano solo 4.380 (lo 0,06% della popolazione cittadina), suddivisi in sotto-settori rappresentativi dei diversi gruppi d’interesse: nel 2016, prima della riforma elettorale, erano stati 246mila. Per spiegare il clima che si vive in città, le autorità hanno schierato 5mila poliziotti durante le operazioni di voto.
Il Comitato è formato da 1.500 componenti. Alla “competizione” elettorale hanno partecipato 412 candidati per 364 posti. Tutti gli altri seggi sono di nomina governativa, occupati d’ufficio o scelti all’interno dei sotto-settori.
Dal ritorno di Hong Kong alla Cina nel 1997, il fronte pro-Pechino ha sempre dominato il potente organo elettorale. Con la maggior parte dei politici democratici squalificati, sotto processo, imprigionati o fuggiti dalla città in seguito all’adozione della draconiana legge sulla sicurezza, nel Comitato non vi è pressoché alcuna presenza indipendente.
Per le forze pro-establishment il Comitato è ora “più rappresentativo” e favorirà l’elezione di parlamentari che non ostacoleranno l’attività dell’esecutivo e del governo centrale. Personalità democratiche parlano invece di un’elezione da “circolo ristretto”. Secondo la Lega dei socialdemocratici, che ha diversi leader in carcere, “il Partito comunista cinese ha paura dell’opinione pubblica”.
Le elezioni per il rinnovo del Legco si svolgeranno il 19 dicembre, a più di un anno dal loro rinvio e dalla conseguente proroga dei legislatori in carica. Il Parlamento è boicottato dai deputati democratici. In base alla nuove legge elettorale solo 20 membri su 90 saranno eletti col voto popolare; a quelli nominati dal Comitato elettorale si aggiungeranno poi 30 deputati scelti tra i rappresentanti delle professioni, anch’essi legati al governo.
Fonte: AsiaNews – 20 settembre 2021