20 dicembre 2022.
Dal 13 dicembre Lhasa, la capitale tibetana, ha un nuovo sindaco, il cinese Wang Qiang.
Il 13 dicembre 2022 il cinese Wang Qiang è stato nominato sindaco di Lhasa al posto del tibetano Gho Khog in carica dal 2016. La sostituzione è avvenuta all’indomani dell’emergenza Covid che ha colpito non solo la capitale tibetana ma anche altre città della cosiddetta Regione Autonoma, tutte oggetto di cambiamenti ai vertici della principale istituzione locale: nello stesso giorno, il sindaco cinese di Shigatse è stato sostituito con un altro connazionale mentre a Chamdo il tibetano Luo Qingwu ha preso il posto del cinese Chen Jun.
Sebbene la propaganda cinese affermi che i sindaci sono eletti dai locali organismi legislativi, in Tibet il primo cittadino è in realtà scelto dal Partito comunista che ha l’ultima parola nel processo di selezione dei candidati. Decidendone il budget e l’agenda politica, il Partito manovra le decisioni del governo locale. Di fatto i sindaci sono un trait d’union tra Pechino e le autorità cittadine attraverso le quali si assicura che, nelle aree tibetane, siano perseguiti gli obiettivi del governo centrale.
Con la nomina di Wang Qiang a sindaco di Lhasa, la capitale tibetana è interamente sotto il controllo cinese. Cinese è anche il capo del governo della città. Nel 2021, il 12°Congresso del Popolo riconfermò il tibetano Gho Khog a sindaco di Lhasa affiancato da 14 vice-sindaci undici dei quali erano cinesi e tre tibetani. Dal 13 dicembre, sindaco e vice-sindaci sono tutti cinesi. Molto simile la situazione a Shigatse e a Chamdo dove i tibetani ricoprono solo il 30% delle posizioni di comando nonostante la Legge sull’Autonomia Etnica Regionale stabilisca che i governi locali debbano essere affidati agli esponenti delle minoranze etniche.
Fonte: International Campaign for Tibet – TibetNet