18 aprile 2024.
Il 16 aprile è stato approvato a Washington il disegno di legge bipartisan “Promoting a Resolution to the Tibet-China Dispute Act” (Legge per la promozione di una risoluzione della controversia tra Tibet e Cina).
Il disegno di legge, che mira a rafforzare gli sforzi degli Stati Uniti per coinvolgere la Cina nei negoziati con i leader tibetani e a combattere la disinformazione sul Tibet, ha superato un ostacolo significativo e si appresta a passare all’esame del Senato. Se la risoluzione supererà l’esame del Senato, il Presidente degli Stati Uniti la firmerà e diventerà legge.
Durante la presentazione del disegno di legge il senatore Merkley ha dichiarato: “La Repubblica Popolare Cinese continua a ignorare i diritti fondamentali del popolo tibetano e lo status quo non è sostenibile”. Il “Promoting a Resolution to the Tibet-China Dispute Act” invia un messaggio chiaro al governo cinese: smettete di diffondere disinformazione sul Tibet e sulla sua storia e avviate negoziati sinceri sullo status del Tibet. Dobbiamo portare questa legge bipartisan oltre il traguardo perché il popolo tibetano merita di avere voce in capitolo su come viene governato”.
Il collega senatore Todd Young ha affermato: “L’aggressione del Partito Comunista Cinese nei confronti del Tibet è egoistica: i negoziati e persino la definizione stessa di Tibet sono dettati dal PCC. Dobbiamo rinnovare la politica statunitense nei confronti del Tibet e spingere per negoziati che promuovano le libertà per il popolo tibetano e una soluzione pacifica del conflitto tra il PCC e il Dalai con il Dalai Lama. Sono soddisfatto del voto di oggi e invito l’intero Senato ad approvare questa legge bipartisan e a dimostrare la determinazione dell’America nel ritenere inaccettabile lo status quo del PCC, sia in Tibet che altrove”.
Questo sviluppo coincide con la visita di Penpa Tsering, presidente o Sikyong del governo tibetano in esilio, nella capitale statunitense dove si sta adoperando con funzionari dell’amministrazione e membri del Congresso per sostenere l’approvazione della legge.
Presentata dai rappresentanti Jim McGovern, D-Mass, e Michael McCaul, R-Texas, insieme ai senatori Jeff Merkley, D-Ore, e Todd Young, R-Ind, la legge, nota anche come Resolve Tibet Act, è stata approvata dalla Camera dei rappresentanti il 15 febbraio.
Il disegno di legge ribadisce la politica statunitense secondo cui la disputa tra Tibet e Cina dovrebbe essere risolta pacificamente attraverso il dialogo in conformità con il diritto internazionale. Evidenzia la riluttanza della Cina a impegnarsi in negoziati significativi dal 2010 e sfida la narrazione storica del governo cinese sullo status del Tibet.
Il Resolve Tibet Act delinea anche le iniziative che il governo statunitense dovrebbe intraprendere. Tra esse figura la promozione del dialogo tra i leader cinesi e tibetani, il coordinamento degli sforzi multilaterali e la difesa dell’identità culturale e religiosa tibetana. Inoltre, sottolinea l’importanza di contrastare la disinformazione cinese sul Tibet
Inoltre, sottolinea l’importanza di contrastare la disinformazione cinese sul Tibet attraverso gli sforzi della diplomazia pubblica e il potenziamento del coordinatore speciale del Dipartimento di Stato per le questioni tibetane.
Nonostante l’insistenza della Cina nel limitare geograficamente il Tibet alla cosiddetta Regione Autonoma Tibetana, questa legge ribadisce che il Tibet comprende anche le regioni tibetane delle province di Gansu, Qinghai, Sichuan e Yunnan, che includono il territorio rimanente del Tibet tradizionale (Kham e Amdo). Il disegno di legge mira anche a contrastare la narrativa propagandata dal governo cinese che afferma che il Tibet è parte integrante della Cina fin dai tempi antichi.
Il dialogo tra Pechino e i rappresentanti del Dalai Lama iniziò con la visita in Tibet delle delegazioni tibetane negli anni 1979 e 1980, seguite da colloqui esplorativi a Pechino nel 1982 e 1984. Dal 2002 in poi, si svolsero nove tornate di colloqui tra gli inviati di Sua Santità il Dalai Lama e il Dipartimento del Lavoro del Fronte Dopo il nono e ultimo ciclo di colloqui, nel 2010 e nel 2012, gli inviati del Dalai Lama rassegnarono le dimissioni sulla base del deterioramento della situazione in Tibet e della percezione di una mancanza di sincerità da parte del governo di Pechino.
Fonte: Phayul