Timore di una possibile revoca del Tibet Policy Act e degli aiuti finanziari all’Amministrazione Centrale Tibetana

28 gennaio 2025.

In seguito alla sospensione immediata di ogni tipo di aiuto a organizzazioni straniere deliberata dalla nuova amministrazione USA, alcune organizzazioni a sostegno del Tibet temono la revoca del Tibet Policy Act e degli aiuti al Governo Tibetano in Esilio

Lo scorso 24 gennaio Marco Rubio, nuovo Segretario di Stato statunitense ha infatti dichiarato, dando corso a quanto affermato dal presidente Trump al momento del suo insediamento, che ogni programma di aiuto a stati e organizzazioni straniere deve essere giustificato solo se in linea con tre fondamentali domande: “Rende l’America più sicura? Rende l’America più forte? Rende l’America più prosperosa?”

In linea con l’ordine esecutivo del Presidente Trump sulla rivalutazione e il riallineamento degli aiuti esteri degli Stati Uniti, il Segretario Rubio ha messo in pausa tutta l’assistenza estera statunitense finanziata da o attraverso il Dipartimento di Stato e l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale. Sta avviando una revisione di tutti i programmi di assistenza all’estero per garantire che siano efficienti e coerenti con la politica estera degli Stati Uniti nell’ambito dell’agenda “America First”.

Questo pubblico annuncio ha indotto alcune organizzazioni a sostegno del Tibet, tra le quali International Campaign for Tibet, a chiedersi se le nuove direttive politiche americane potrebbero portare alla revoca del Tibet Policy Act e degli aiuti al Governo Tibetano in Esilio. Ricordiamo che in data 12 luglio 2024 il Presidente Biden aveva trasformato in legge il “Promoting a Resolution to the Tibet-China Dispute Act’’ del 2022, ora semplicemente conosciuto come Tibet Policy Act, che impegnava gli Stati Uniti a promuovere il dialogo tra la Cina, il Dalai Lama e i suoi rappresentanti democraticamente eletti con l’obiettivo di una soluzione negoziale della questione tibetana. Affermava inoltre che le pretese cinesi sul Tibet erano storicamente errate e che gli Stati Uniti si sarebbero diplomaticamente adoperati per combattere la propaganda del governo cinese e del Partito comunista riguardante il Tibet, il suo popolo e le sue istituzioni, incluse quelle associate al Dalai Lama.

A seguito della dichiarazione di Rubio, Dan Haig (International Campaign for Tibet), si è così espresso: “Non credo che l’Atto possa essere revocato a piacimento, almeno non legalmente. Ognuna delle nostre recenti vittorie a Washington è stata approvata dal Congresso e trasformata in legge dal Presidente Biden. Tuttavia, se il denaro è elargito dallo Stato il rischio non solo esiste, ma di fatto al momento ogni aiuto è stato sospeso. Tuttavia, vale la pena di sottolineare che il Tibet è incredibilmente popolare al Congresso, sia in campo Democratico che Repubblicano”.

Fonti: TSG-L – Redazione