Dharamsala, 14 marzo 2011. Il Primo Ministro del Governo Tibetano in Esilio, Samdhong Rinpoche (nella foto in un momento della cerimonia di commemorazione del 10 Marzo), ha dichiarato che, sebbene nessuno possa “sostituirsi” alla figura del Dalai Lama, i tibetani devono trovare il modo di assicurare una leadership politica al movimento tibetano, anche sua in assenza.
Parlando con un gruppo di giornalisti indiani, all’indomani dell’annuncio del Dalai Lama di ritirarsi dalla scena politica, il Kalon Tripa ha affermato che “la lotta del popolo tibetano deve proseguire fino a quando esisteranno i tibetani”. “Senza la guida politica del Dalai Lama vi saranno difficoltà e problemi, ma il movimento non finirà di esistere né scomparirà”. Ha aggiunto che i tibetani non “ammorbidiranno né inaspriranno” la loro posizione nella ricerca di una “genuina autonomia”, del resto prevista dalla stessa costituzione cinese.
“Una vera autonomia”, ha detto, “garantisce in modo sufficiente le aspirazioni dei tibetani, l’abbiamo chiesta fin da 1974, non chiediamo la separazione dalla Repubblica popolare cinese”. Il Kalon Tripa, il cui mandato è ormai prossimo alla scadenza, ha inoltre dichiarato di sperare che la questione del Tibet si possa risolvere prima dell’eventuale decesso del Dalai Lama e ha sottolineato che l’avvio di un processo di democratizzazione in Cina è un elemento indispensabile per la soluzione del problema tibetano.
Pechino non sembra tuttavia dell’avviso di introdurre alcuna riforma democratica. Il giorno 11 marzo, parlando ai quasi 3.000 delegati del comitato del Partito Comunista, Wu Bangguo, massimo esponente del parlamento nazionale, ha affermato che la Cina non adotterà mai un sistema multipartitico su modello occidentale. “Abbiamo solennemente dichiarato che non avremo mai un sistema governativo in cui è prevista un’alternanza dei partiti”, ha dichiarato, aggiungendo che non sono previsti né uno stato federale né un governo bicamerale.
Il Dalai Lama formalizzerà oggi la rinuncia definitiva al suo ruolo politico alla testa del movimento tibetano. Dinanzi al parlamento in esilio verrà letto il suo messaggio. Martedì, secondo quanto ha annunciato lo stesso presidente dell’assemblea, Penpa Tsering, il parlamento comincerà a dibattere sulla proposta di eleggere un leader e si deciderà se a questo fine sia necessario indire una riunione straordinaria o costituire dei comitati per studiare i cambiamenti.
Fonti: Phayul – Adnkronos