Dharamsala, 16 marzo 2011. Il Parlamento tibetano in Esilio è incerto se accettare la rinuncia del Dalai Lama al ruolo di capo politico dei tibetani, annunciata il 10 marzo e formalizzata il 14 marzo con un messaggio all’assemblea riunita in sessione (nella foto). Ieri, a Dharamsala, undici dei quattordici parlamentari intervenuti a parlare (su un totale di 43 membri) si sono detti contrari all’emendamento costituzionale necessario per rendere effettiva la rinuncia.
Il parlamentare Ugen Topqyal ha così affermato: “La popolazione tibetana non è d’accordo con la decisione di Sua Santità, mi dimetterò se vi sarà una proposta in tal senso”. Tre parlamentari hanno proposto un referendum tra i 200mila tibetani esiliati. Una proposta intermedia prevede che il Dalai Lama conservi il suo ruolo, ma che siano attribuite maggiori responsabilità al parlamento.
Penpa Tsering, Presidente del Parlamento tibetano in Esilio, ha dichiarato di non essere in grado di conoscere quale sarà la decisione finale. “Abbiamo discusso tutto il giorno” – ha detto ai giornalisti – “ma è difficile azzardare ipotesi sull’esito del dibattito parlamentare”.
“Il 90% dei membri del Parlamento ritiene che la causa del Tibet e la persona del Dalai Lama non possano essere separati”, ha detto Penpa Tsering aggiungendo che “secondo alcuni parlamentari, i tibetani in esilio, che rappresentano solo il 3% del totale dei tibetani, non hanno il diritto di deliberare in materia senza il parere dei connazionali residenti in Tibet che costituiscono il 97% della popolazione tibetana”. A fronte dell’esiguo numero di parlamentari favorevoli alla decisione del Dalai Lama, la maggioranza è dell’opinione di chiedere al leader tibetano di riconsiderare la sua posizione e di continuare a svolgere il suo ruolo politico.
Penpa Tsering ha detto che il Parlamento, la cui riunione in sessione durerà fino al 25 marzo, continuerà a discutere. Tre le opzioni sul tappeto: chiedere al Dalai Lama di riconsiderare la sua decisione, accettare la sua volontà oppure – come soluzione intermedia – valutare la possibilità di ampliare i poteri del parlamento senza che il Dalai Lama abbandoni la sua leadership politica.
Il 15 marzo, anche il Primo Ministro tibetano, prof. Samdhong Rinpoche, ha fatto sapere che il suo governo ha ripetutamente chiesto al Dalai Lama di non delegare i suoi poteri, ma ha aggiunto che “in assenza di alternative, non resta altro che accettare, a malincuore, le sue direttive”.
Fonti: Phayul – AsiaNews