Dharamsala, 19 settembre 2011. Una corte cinese ha condannato altri tre monaci del monastero di Kirti a pene detentive di diversa durata. Si tratta di Lobsang Dhargye, ventidue anni, fratello di Phuntsog, il monaco morto lo scorso mese di marzo dopo essersi dato alle fiamme, Tsekho, trent’anni, e Dorjee, del quale non si conosce l’età. I primi due dovranno scontare due anni e mezzo di carcere, il terzo tre anni. La corte li ha ritenuti colpevoli di aver assistito Phuntsog nel compimento del suo gesto.
Nel dare la notizia, Kanyag Tsering, un monaco del monastero di Kirti in India, ha fatto sapere di aver appreso da fonti locali che il governo cinese sta cercando con ogni mezzo di svuotare il monastero convincendo i monaci a lasciare l’abito monacale e ad abbandonare la vita monastica. Se il monaco acconsente, il governo cinese lo ricompensa con la somma di 10.000 yuan e un prestito di 50.000 yuan per tre anni. Al momento nessun monaco ha accettato l’offerta di danaro. Tsering ha tuttavia aggiunto che, a causa delle restrizioni e degli arresti, molti monaci non hanno fatto ancora rientro al monastero pur essendo ormai terminato il periodo delle vacanze che i religiosi trascorrono abitualmente con la famiglia.
Nel frattempo, a Dharamsala, nel dare l’annuncio della nomina dei nuovi ministri del suo gabinetto, il Primo Ministro Lobsang Sangay ha dichiarato di essere pronto a negoziare con la Cina “in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo”. “Ma – ha aggiunto – i cinesi non aderiscono alla nostra richiesta”.
Fonti: Phayul – DeccanHerald