14 dicembre 2011. Un articolo pubblicato nella sezione Affari Esteri del sito EU observer riporta la categorica smentita cinese alla possibilità che una delegazione dell’Unione Europea possa recarsi in visita in Tibet per verificare la situazione esistente nel paese. Il 12 dicembre, nel corso del suo recente viaggio a Praga, il Dalai Lama aveva auspicato che l’Unione Europea chiedesse alla Cina l’invio di una missione investigativa nella speranza che l’intervento dell’Europa potesse in qualche modo influire sulla politica delle autorità cinesi.
“La situazione in Tibet è disperata” – aveva detto il Dalai Lama rivolto a Catherine Ashton. “Se i cinesi rifiutassero la richiesta, l’Unione Europea dovrebbe diramare un comunicato di ferma presa di posizione e sollevare la questione tibetana di fronte a prestigiosi organismi internazionali quali il Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite”. “Per quanto potente, la Cina fa parte di questo mondo” – aveva proseguito il Dalai Lama – “e non può sottrarsi alla tendenza ormai diffusa che reclama maggiore libertà e democrazia”.
Di fronte alla risposta della diplomazia europea che aveva fatto sapere di avere già inoltrato a Pechino una richiesta formale per l’autorizzazione a visitare la regione, il vice ministro cinese Zu Weiqun, in un incontro con la stampa avvenuto a Bruxelles in data odierna, ha categoricamente escluso questa possibilità. “La Cina è un paese indipendente, in grado di risolvere i problemi esistenti sul proprio territorio” – ha detto ai giornalisti. “Non permetteremo mai l’invio di missioni investigative straniere nel territorio della Regione Autonoma Tibetana…” “Nessuna interferenza straniera potrà mai produrre alcun risultato costruttivo, anzi, porterebbe ad un’escalation della crisi e alla guerra”.
Velatamente, ha poi accennato alla necessità, nell’attuale momento, dell’aiuto economico cinese all’Europa. “L’attuale crisi finanziaria rende le relazioni Europa – Cina molto importanti, non vedo perché proprio ora l’Europa dovrebbe consentire a molte persone di mettere il naso negli affari interni della Cina; la Cina – che io mi ricordi – non si è mai occupata delle vicende interne dell’Europa”. Rivolgendosi a Francesco Magiello, un funzionario del Servizio Europeo Relazioni Esterne, Zhu ha addirittura affermato che la signora Ashton dovrebbe rimproverare i parlamentari europei per aver incontrato, a novembre, il “cosiddetto Primo Ministro del Governo in Esilio, Lobsang Sangay”.
Zhu ha accusato i governi occidentali di finanziare il movimento tibetano. Ha definito il Dalai Lama “un selvaggio” che spinge i giovani monaci a suicidarsi tra le fiamme per provocare reazioni anticinesi. Ha aggiunto che i servizi segreti cinesi hanno le prove che il capo del monastero di Kirti in esilio, Kirti Rinpoche, ha organizzato almeno tre delle recenti auto immolazioni. Ha dichiarato inoltre che, a Taiwan, un “gruppo di seguaci del Dalai Lama” ha pubblicato un articolo in cui si afferma che i monaci che si auto immolano saranno dei Buddha nella prossima reincarnazione. Ma quando i giornalisti di EUobserver hanno chiesto di poter visionare questo articolo, Wang Xining, portavoce cinese presso l’Unione Europea, ha così risposto: “Mi dispiace,…non è facile trovare questo pezzo in internet”.
Fonti: UNPO – EUobserver