8 marzo 2012. Il sindaco di Ngaba, Wu Zigang, in questi giorni a Pechino per partecipare all’annuale Congresso Nazionale del Popolo, nel corso di un incontro con i membri della delegazione del Sichuan ha parlato delle immolazioni con il fuoco dei monaci e laici tibetani della regione. E’ la prima volta che un funzionario ufficiale si esprime direttamente su questi tragici atti.
“Dal 2009, alcuni monaci e altre persone si sono date fuoco nella regione del Sichuan e attorno all’area del monastero di Ngaba”, ha affermato Wu Zigang. “Queste persone hanno in comune alcune cose: anzitutto prima di compiere questi atti hanno gridato slogan separatisti, come Tibet libero”. “In secondo luogo” – ha proseguito – hanno tutte un passato criminale o una pessima reputazione pubblica; non si sentono riconosciuti dalla società e sono disperati, così scelgono di suicidarsi per lasciare questo mondo”.
Ha inoltre affermato che la responsabilità delle auto immolazioni è da imputarsi ai tibetani in esilio e in particolare al Dalai Lama. “Il Dalai Lama strumentalizza le loro ansie di liberarsi della vergogna e delle colpe, li chiama eroi e prega per loro, fa loro credere che così facendo cancelleranno il loro passato criminale e godranno la vita futura”.
Il video della rete australiana ABC al sito:
http://www.abc.net.au/lateline/content/2012/s3448268.htm
Un tibetano è rimasto ucciso e due sono stati feriti il 6 marzo a Pema (Golok) dopo che la polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di dimostranti tibetani che reclamavano la liberazione di un loro connazionale arrestato sotto l’accusa di aver preso parte alle proteste divampate il 25 gennaio nella regione. In quell’occasione i tibetani avevano tolto la bandiera cinese da un ufficio governativo e l’avevano sostituita con una bandiera tibetana. La polizia aveva compiuto numerosi arresti. Molti tibetani avevano lasciato le loro case e si erano nascosti per evitare la cattura.
Choeri, 28 anni, è stato colpito in pieno volto ed è morto immediatamente. Due fratelli, Jamphel Lodoe e Karkho sono stai feriti gravemente e si trovano ora all’ospedale.
Il 23, 24 e 29 gennaio, rispettivamente a Drango, Serthar e Bharma Shang, la polizia aveva aperto il fuoco sulla folla dei manifestanti uccidendo almeno sei tibetani e ferendone molti altri. Non si conosce il numero delle persone arrestate ma, nella sola Drango, almeno cento tibetani sono stati arrestati o sono scomparsi.
Fonti: ABC news – Phayul -ITN