PROTESTE E TENSIONI IN TIBET. “ALMENO 600 PERSONE ARRESTATE”

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1 giugno 2012. E’ alta la tensione a Lhasa, in Tibet, dove almeno 600 persone sono state arrestate nelle ultime ore: lo riferiscono fonti delle organizzazioni che si battono per i diritti dei tibetani tra cui l’emittente Radio Free Asia e il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia. Dallo scorso 27 maggio, quando nella capitale tibetana due monaci si sono dati fuoco per protestare contro l’occupazione cinese del Tibet, la polizia cinese sta operando azioni continue nella città, respingendo e rimandando indietro anche i pellegrini che arrivano a Lhasa dalle vicine province.

La strada principale della città, il “ring-road” che circonda il Potala, una volta residenza del Dalai Lama, è vuota e molti commercianti sono stati minacciati di ritorsione dalla polizia se non avessero aperto i loro negozi. Tra i detenuti, anche donne ed anziani: la maggior parte di questi è stata trasferita nel centro detentivo Tsel Gungthang. Già domenica, subito dopo l’immolazione dei due monaci tibetani, la prima nella capitale del Tibet, la polizia cinese ha dato il via a un repulisti che ha portato all’arresto di quasi 100 persone, al sequestro di telefonini, macchine fotografiche e videocamere, per paura che le immagini dell’immolazione fossero diffuse su internet. Ieri una donna di 33 anni, madre di tre figli, si è data fuoco nella regione di Ngaba, facendo salire a trentotto il numero delle immolazioni dal 2009.

Thubten Samphel, portavoce del Governo Tibetano in Esilio, intervistato dalla BBC ha dichiarato che persone residenti a Lhasa hanno confermato gli arresti. “Mi hanno detto” – ha fatto sapere – “ che le persone non residenti a Lhasa sono state rimandate alle rispettive località d’origine”.

Tsering Tsomo, esponente del Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia, ha confermato l’arresto delle persone che hanno assistito alle immolazioni di domenica scorsa. Ha dichiarato che il Jokhang è stato chiuso sia agli stranieri sia ai pellegrini. Contattate direttamente dalla BBC, le autorità locali non hanno risposto al telefono o, quando lo hanno fatto, hanno detto di non essere a conoscenza degli arresti.

Fonti: La Repubblica.it – BBC World Service