TIBET: TELEVISIONE E INTERNET NEL MIRINO DI PECHINO PER COMBATTERE LE AUTOIMMOLAZIONI

Drepung_monastery1Dharamsala, 7 gennaio 2013. Per ordine delle autorità, alcune squadre governative hanno fatto irruzione in oltre trecento monasteri della prefettura di Manlho, nella regione orientale dell’Amdo (nella foto il monastero di Drepung), sequestrando apparecchi televisivi e parabole satellitari che, secondo un comunicato diffuso da Pechino lo scorso mese di dicembre, consentirebbero ai monaci di sintonizzarsi su canali “anti cinesi”. Le autorità cinesi hanno annunciato la prossima installazione di cinquanta trasmettitori in grado di consentire la ricezione dei canali televisivi della prefettura.

Il comunicato afferma che, al fine di dissuadere i tibetani dall’auto immolarsi, è necessario “informare l’opinione pubblica sulla questione del Dalai Lama” e “bloccare le pericolose informazioni provenienti dall’estero”. “Gli agricoltori e i pastori residenti nella prefettura” – prosegue il comunicato – “si sono affidati a impianti satellitari per vedere e ascoltare programmi anti cinesi trasmessi da canali stranieri”. “In questo critico momento, per mantenere la stabilità nella prefettura è necessario rafforzare ogni misura e portare avanti in modo radicale la nostra battaglia contro le auto immolazioni”.

Prosegue in tutto il Tibet orientale lo stretto controllo su tutte le connessioni internet: in molte aree sono state del tutto bloccate e, dove il collegamento è ancora possibile, la gente evita di usare la rete o di comunicare via blog per paura di interrogatori e ritorsioni. L’inasprimento delle misure rientra nelle direttive, adottate in Cina alla fine del mese di dicembre, che prevedono l’obbligo di registrazione nominale di ogni utente. Con questa norma Pechino intende controllare e tacitare ogni forma di opposizione interna assicurandosi il monopolio dell’informazione. E’ stata diffusa in data odierna la notizia che Yum Kyab, un giovane residente a Rebkong, prefettura di Manlho, è stato segretamente processato e condannato per aver cercato di contattare un giornalista tibetano in esilio e per avere salvato sul suo telefono cellulare alcune foto del Dalai Lama e alcune immagini della sollevazione di Lhasa del 2008.

Due monaci del monastero di Bido sono stati arrestati dal locale personale di sicurezza per aver recitato preghiere e reso omaggio a Wangchen Norbu, immolatosi lo scorso 19 novembre 2012. La messa al bando di ogni forma di solidarietà con gli auto immolati e le loro famiglie e la denuncia alla polizia di ogni individuo sospettato di voler sacrificare la propria vita rientrano nelle misure adottate dalle autorità del Tibet orientale per contrastare l’ondata delle auto immolazioni.

Fonti: The Tibet Post – AP – Phayul