TIBET: SI IMMOLANO DUE MONACI. LA QUESTIONE TIBETANA SOLLEVATA NELL’INCONTRO HOLLANDE – XI JINPING

tibetani_deceduti_aprile29 aprile 2013. Due giovani monaci tibetani si sono autoimmolati mercoledì 24 aprile in segno di protesta contro l’occupazione del paese da parte della Cina. Lobsang Dawa, vent’anni, e Kunchok Woeser, ventidue anni, entrambi appartenenti al monastero di Taktsang Lhamo Kirti di Zoege, nella prefettura di Ngaba, si sono dati fuoco attorno alle 6.40 (ora locale) nelle adiacenze della principale sala di preghiera dell’istituto religioso. Entrambi sono deceduti sul luogo della protesta.

I loro corpi carbonizzati sono stati portati nelle rispettive celle all’interno del monastero dove i confratelli hanno subito dato inizio alla celebrazione dei rituali funebri. Per ordine delle autorità cinesi la cremazione dei due nuovi eroi tibetani ha avuto luogo nelle prime ore del giorno seguente. Sale a 117 il numero dei tibetani che si sono dati la morte con il fuoco per la libertà del loro paese.

Il 25 aprile a Shanghai in visita di stato, il Presidente francese François Hollande, primo capo di stato occidentale ad incontrare il neo eletto presidente cinese Xi Jinping, ha dichiarato di aver sollevato nel corso del suo colloquio la questione del Tibet e dei diritti umani e che gli argomenti sono stati discussi “in modo franco e nel reciproco rispetto”. E’ del 28 aprile la notizia che il Primo Ministro inglese David Cameron ha invece cancellato il suo viaggio in Cina perché le autorità cinesi, intenzionate a punire il leader britannico per aver incontrato il Dalai Lama nel maggio 2012, non gli avrebbero consentito di incontrare i principali leader del paese. Sembra che il viaggio sia stato rinviato al prossimo autunno.

Il 24 aprile, la Commissione Parlamentare sui diritti umani del parlamento tedesco ha approvato una dichiarazione in cui si esprime preoccupazione e sconcerto per l’ondata di autoimmolazioni in atto in Tibet e si chiede al governo di intervenire e adoperarsi per il miglioramento della situazione. Si chiede inoltre alla Cina di dare inizio a una nuova fase nei rapporti con i tibetani e di prendere in seria considerazione le cause di questi atti disperati attuando le riforme necessarie.

Fonti: Phayul – Huffington Post