7 settembre 2013. Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha manifestato oggi “dolore per la notizia della condanna a morte del tibetano Dolma Kyab da parte della Corte Popolare cinese di Ngaba”. “Ho espresso più volte – ha aggiunto Bonino – la convinzione che il cammino verso il pieno rispetto dei diritti umani può avere tempi diversi in contesti sociali diversi, ma non vi possono essere dubbi sul valore assoluto della salvaguardia della vita umana”. Il 37enne scrittore tibetano Dolma Kyab è stato arrestato una prima volta nel 2005 mentre insegnava Storia presso una scuola media tibetana e condannato a 10 anni di reclusione in base agli articoli 110 e 111 del Codice penale cinese; in carcere è stato costretto a soprusi di ogni genere ed ha contratto la tubercolosi.
Rilasciato, si è recato in India per insegnare inglese e indi, ma a metterlo nei guai sono stati i suoi scritti sulla democrazia, la sopravvivenza del Tibet, il Tibet sotto il comunismo cinese, il colonialismo e la religione. Rientrato in Tibet, è stato arrestato nuovamente ed accusato di aver portato all’estero e rivelato segreti dello Stato, cosa che lo ha portato oggi alla condanna a morte.
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(7 settembre 2013)