6 novembre 2013. Una serie di esplosioni si è verificata alle 7.40 (ora locale) a Taiyuan, capoluogo della regione cinese dello Shanxi, nei pressi della sede del Partito Comunista, in Yingze Street. Le deflagrazioni, almeno sette secondo alcuni testimoni, hanno provocato la morte di una persona e il ferimento di altre otto. L’agenzia Xinhua riferisce che sulla strada la polizia ha trovato sfere d’acciaio e fili elettrici e che l’esplosivo era presumibilmente stato posto in alcuni vasi di fiori davanti agli uffici per Partito.
La polizia non si è ancora pronunciata sulla matrice delle esplosioni provocate, secondo quanto riferisce Xinhua, da “ordigni artigianali”. L’attentato avviene a poco più di una settimana di distanza da quello avvenuto in Piazza Tienanmen, a Pechino, attribuito dal governo cinese ai “terroristi” uiguri. Riferisce il sito AsiaNews che “ad accrescere la tensione, vi è pure l’appuntamento del Terzo Plenum del Partito comunista, dal 9 al 12 novembre, in cui si prevede che la leadership varerà diverse riforme economiche che potrebbero danneggiare i monopoli delle aziende di Stato. Fra le ipotesi si fa strada anche un regolamento interno al Partito comunista dello Shanxi: la scorsa settimana sono arrivati a Taiyuan membri del Partito per aprire un’inchiesta su possibili casi di corruzione nelle finanze della provincia dello Shanxi. Le accuse di corruzione sono così tante che la Commissione centrale di ispezione per la disciplina del Partito ha domandato alla gente di non bloccare il lavoro degli ispettori con le loro petizioni”.
Fonti: Bbc World – AsiaNews