MADRID: ORDINE DI CATTURA PER L’EX PRESIDENTE CINESE. IN DISCUSSIONE OGGI LA LIMITAZIONE DEI POTERI DELLA CORTE

11 febbraio 2014. L’Alta Corte di Giustizia spagnola ha formalizzato un ordine internazionale di cattura nei confronti dell’ex presidente cinese Jiang Zemin accusato, assieme all’ex premier Li Peng e ad altri tre dirigenti del Partito Comunista, di genocidio in Tibet. L’ordine, emesso il 6 febbraio dal giudice Ismael Moreno, è stato formalizzato il 10 febbraio.

Il provvedimento si fonda sull’accusa di genocidio, tortura e reati contro l’umanità: “Jiang Zemin esercitava la sua autorità sulle persone che commisero direttamente gli abusi” – ha scritto il giudice Moreno –. “Per questo motivo è responsabile delle torture e delle violazioni dei diritti umani perpetrate contro i tibetani dalle persone a lui subordinate”. Il giudice ha di conseguenza ordinato all’Interpol di emettere un mandato d’arresto, di cattura e di imprigionamento.

L’ordine di cattura potrebbe tuttavia restare lettera morta se il parlamento spagnolo approvasse la riforma volta a limitare i poteri dell’Alta Corte in materia di pronunciamento sui crimini contro i diritti umani perpetrati da altri paesi sulla base del principio di giurisdizione universale riconosciuto alla Corte. Nel tentativo di evitare una crisi diplomatica con Pechino, il Partito Popolare spagnolo, per iniziativa del Primo Ministro Mariano Rajoy, sottoporrà oggi al Parlamento il progetto di riforma dei poteri della Corte. E’ praticamente certo che la riforma sarà approvata.

La Cina, dopo le vibranti proteste e minacce espresse negli scorsi mesi, ha ribadito il 7 febbraio la propria intransigente posizione. Hong Lei, un portavoce del Ministero degli Esteri, ha dichiarato che Madrid deve chiarire cosa sta accadendo e impedire che la sentenza della Corte abbia corso. “La questione tibetana è fondamentale per la Cina e per i sentimenti del popolo”, ha affermato. “Spero che la Spagna non invii un messaggio sbagliato alle forze separatiste e compia i passi necessari ad evitare che il territorio spagnolo possa essere usato per attività separatiste”. “Incidenti del genere non dovranno più accadere”. Il Primo Ministro spagnolo non ha rilasciato alcun commento.

Fonti: ITN – ANSA