TIBET: GRUPPO DI MONACI ARRESTATI NELLA PROVINCIA DEL KHAM

offerta_al_Dalai_Lama23 aprile 2014. Le autorità cinesi hanno tratto in arresto un gruppo di monaci del monastero di Pashoe, prefettura di Chamdo, nella regione del Kham, con l’accusa di aver raccolto e inviato in India del danaro come contributo alla cerimonia di lunga vita del Dalai Lama (nella foto: la presentazione dell’offerta per la lunga vita del Dalai Lama).

La cerimonia si è tenuta presso il tempio principale di Dharamshala  lo scorso 16 marzo, in concomitanza con il Monlam Chenmo, la Grande Festa della Preghiera. Riferisce Radio Free Asia che tra “i sei o sette arrestati” figura anche Lobsang Tenzin, un lama di alto rango del monastero nel cui alloggio le autorità cinesi affermano di avere trovato fotografie e registrazioni audio di discorsi del Dalai Lama. Sembra che uno dei monaci sia stato successivamente rilasciato ma non si hanno notizie degli altri religiosi.

Fonti tibetane hanno inoltre reso noto che a Khangshar, Contea di Tawu, nella regione del Kham, le autorità locali hanno arrestato un parente di Thinley Namgyal, l’ultimo tibetano deceduto dopo essersi dato fuoco. L’uomo è accusato di avere fotografato l’autoimmolato e di avere inviato gli scatti a “forze ostili” fuori dal Tibet. L’arresto è avvenuto il 16 aprile.

A Muge Norwa, una città della Contea di Zungchu, nel Kham, le autorità cinesi hanno impedito ai tibetani di confrontarsi in una singolare competizione: l’uso della lingua tibetana “pura”, scevra di commistioni con la lingua cinese. La competizione era stata programmata per il 21 febbraio, in occasione della Giornata Internazionale della Madrelingua istituita dall’UNESCO nel 1999, ma le autorità locali hanno bloccato all’ultimo minuto il confronto in quanto preoccupate per le sue “implicazioni politiche”. “La lingua tibetana contiene parole che possono essere usate per esprimere l’opposizione al governo cinese”, avrebbero fatto sapere i funzionari locali prima di ordinare la cancellazione dell’evento e rendere noto che se l’ingiunzione fosse stata trasgredita i tibetani ne avrebbero subito le conseguenze.

Fonti: Radio Free Asia – Phayul