UNA DONNA TIBETANA SI AUTOIMMOLA A NGABA. ARRESTATO UN GIOVANE MONACO

donna_immolata_8_marzo8 marzo 2015. Norchuk, una donna nomade tibetana di 47 anni è deceduta dopo essersi data fuoco nella Contea Ngaba, nella regione nord orientale dell’Amdo. Il nuovo caso di autoimmolazione, il 137° all’interno del Tibet occupato, il quinto a Ngaba, è avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 marzo. Norchuk risiedeva nel villaggio Dhowa situato nelle adiacenze della città di Trotsik Yultso.

La nuova immolata tibetana (nella foto) aveva partecipato assieme ai nomadi convenuti da ogni parte della regione all’annuale raduno di preghiera presso il monastero di Ngayul Dephu. Nel corso della cerimonia aveva fatto voto di non mangiare più carne e diventare totalmente vegetariana in segno di auspicio per la lunga vita del Dalai Lama. Lascia due figlie e un figlio.

Fonti tibetane hanno riferito al Ven. Kanyak Tsering, coordinatore del monastero di Kirti a Dharamsala, che i tibetani del luogo hanno cremato il suo corpo la mattina di venerdì 6 marzo nel timore che le autorità cinesi potessero sottrarlo ai famigliari ed effettuare la cremazione contro il volere dei parenti stretti. Non è dato conoscere se prima di morire la donna abbia gridato slogan. E’ significativo che il suo atto di estrema protesta avvenga a pochi giorni dall’anniversario dell’insurrezione di Lhasa e in un momento in cui tutte le aree a etnia tibetana sono sottoposte a rigidissime misure di sicurezza atte a cercare di prevenire manifestazioni di protesta e nuovi casi di autoimmolazione.

Monaco_arrestatoUn monaco di 18 anni, Gengun Phuntsok (nella foto), è stato arrestato oggi nella strada principale di Ngaba: camminava da solo reggendo un grande ritratto del Dalai Lama avvolto in una tradizionale katha di colore giallo e gridando: “Lasciate che il Dalai Lama torni in Tibet”! Nel giro di pochi minuti la polizia è accorsa e lo ha portato via. Non si conosce al momento dove sia stato condotto. Il giovane Phuntsok appartiene al monastero di Ngaba Kirti, l’istituto religioso i cui monaci sono stati in passato alla testa di numerose manifestazioni di protesta.

Fonti: The Tibet Post International – Phayul