27 aprile 2015. Continua ad aumentare il numero delle vittime del violentissimo terremoto che il 25 aprile ha colpito il Nepal. Si parla di oltre 4.000 vittime accertate (ma si teme che i morti possano essere 6.000) e di almeno 6.800 feriti ma le cifre sono destinate a salire a causa delle difficoltà delle operazioni di soccorso aggravate ora dalle piogge torrenziali che si stanno abbattendo su tutto lo stato himalayano.
Oltre alla valle di Katmandu e alla vicina Pokara, epicentri del sisma, le regioni che hanno subito i danni peggiori sono Basantapur, Thamel, Nardevi e Jhochhen. Monumenti antichissimi come la torre di Dharahara e le piazze di Basantapur e Patan sono stati rasi al suolo. Incalcolabili i danni: a Bhaktapur, metà delle case sono state rase al suolo e l’80% dei templi è danneggiato.
Il terremoto è stato avvertito anche in Tibet, nelle città di Lhasa e Shigatse. Crolli di abitazioni si sono verificati nei distretti di Kyirong e Nyalam, al confine tra Nepal e Tibet. Imprecisato il numero delle vittime tra le popolazioni tibetane: secondo le prime notizie sarebbero almeno una ventina (diciassette le vittime accertate) i tibetani deceduti a Nyalam, oltre sessanta i feriti, quattro i dispersi.
In un articolo pubblicato oggi sul sito di BBC World Asia, il giornalista Rani Singh pone un inquietante interrogativo circa la difficoltà di stabilire con certezza l’ammontare delle vittime tibetane in Nepal, territorio che dal 1959 ha visto un costante afflusso di profughi tibetani provenienti dal Tibet ma privi di registrazione a causa delle restrizioni imposte dalle autorità nepalesi. “Questi ‘rifugiati invisibili’ vivono per lo più in remoti villaggi di montagna, vicini alla frontiera con il Tibet, ma non possono essere identificati perché ufficialmente non esistono”, si legge nell’articolo. E’ il caso del villaggio di Bridim, 3000 metri sul livello del mare, raso al suolo dal terremoto, e del villaggio di Langtang, tra le montagne dell’omonima valle, sommerso da terra e detriti assieme agli altri villaggi della zona.
UN AIUTO CONCRETO A FAVORE DELLA POPOLAZIONE DEL NEPAL (villaggi del Langtang)
COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIA – TIBET
A tutti i Soci di ITALIA-TIBET, amici e simpatizzanti della Causa Tibetana
Sarete già tutti al corrente di quanto accaduto nel già povero e ora martoriato NEPAL, a seguito del terremoto che ieri ha colpito
con inaspettata violenza l’intera regione con le gravi conseguenze alla popolazione, tra i quali tanti nostri amici nepalesi, nella maggioranza dei casi di origine tibetana, e gli stessi tibetani rifugiati da decenni nelle aree nei dintorni della capitale e di Pokhara.
E’ evidente che quando succedono fatti del genere non è possibile dare un aiuto a tutti quanti vorremmo o a quanti ce lo richiedono…e come spesso avviene non sempre i contributi arrivano a destinazione, in particolare se diretti a “enti governativi” e affini.
La nostra Associazione, pur consapevole che è impossibile aiutare tutti, ha pertanto deciso di suggerire ai Soci che intendano fornire un aiuto di effettuare un versamento – di qualsiasi entità ma al più presto – favore della sotto notata associazione, i cui responsabili sono due nostri soci: Elisabetta Foglia e il marito Wangyyal Tamang, tibeto-nepalese originario del Lantang che si occupano del sostentamento di bambini di origine tibetana e delle loro famiglie, i cui villaggi da Syabru Besi a Ghoda Tabela sono stati spazzati via dalle frane…
La maggioranza risultano in salvo ma molti mancano ancora all’appello.
Rivolgiamo pertanto a tutti un accorato appello per quanto saremo in grado di poter fare almeno per questa area.
Un cordiale saluto e tashi delek !
Claudio Cardelli e Fausto Sparacino
TARA DEWA ONLUS
Causale : Terremoto in Nepal