Giovane monaco protesta da solo a Ngaba: arrestato. Funzionario T.A.R.: “Il Panchen Lama sta vivendo una vita normale”

Lobsang

8 settembre 2015. Lobsang Kalsang, un monaco di soli diciannove anni è stato arrestato ieri nella Contea di Ngaba, dal 2008 teatro di numerose autoimmolazioni proteste. In una via della città e del tutto solo, il ragazzo, monaco presso il monastero di Kirti, manifestava contro l’occupazione del Tibet da parte della Repubblica Popolare.

Le immagini di un video lo mostrano mentre, reggendo sopra la testa una fotografia incorniciata del Dalai Lama, percorre la strada gridando “Libertà per il Tibet” e “Lunga vita al Dalai Lama”. Al sopraggiungere delle forze di polizia – almeno otto uomini sia in divisa sia in borghese – si sentono le grida di incoraggiamento provenienti da altri tibetani presenti, presumibilmente gli autori del filmato, e il rumore del vetro della cornice, caduto e andato a pezzi dopo l’intervento delle forze dell’ordine. Poliziotti in tenuta antisommossa impediscono alla gente di stringersi attorno al ragazzo.

Non si hanno notizie sul luogo della sua detenzione. Il fratello di Lobsang, 21 anni, fu arrestato lo scorso anno per aver protestato nella medesima strada e condannato, il 7 novembre 2014, a due anni di carcere. Con lui fu arrestato un altro monaco di Kirti, il ventenne Lobsang Gyatso, condannato a scontare una pena di tre anni di detenzione. Entrambi avevano chiesto la liberazione del Tibet reggendo una fotografia del Dalai Lama. Nel 2008 due suoi zii, Tsedak e Choephel, furono arrestati e condannati rispettivamente a due e sei anni di prigione.

La protesta e l’arresto di Lobsang Kalsang sono avvenute nel mezzo delle celebrazioni indette dal governo di Pechino per 50° anniversario dalla fondazione della cosiddetta Regione Autonoma Tibetana (culminate in data odierna con una grande parate militare) e dopo la recente pubblicazione di un corposo Libro Bianco sul Tibet intitolato “Il Successo dell’Autonomia Regionale Etnica in Tibet”.

 

Il Panchen Lama riconosciuto dal Dalai Lama sta vivendo una vita normale”

Il giorno 6 settembre Norbu Dunzhub, membro del Fronte Unito per il Lavoro nella Regione Autonoma, ha per la prima volta pubblicamente parlato di Gedhun Choekyi Nyima, il Panchen Lama riconosciuto dal Dalai Lama il 14 maggio 1995 e rapito dai cinesi due giorni dopo, il 17 maggio. Aveva solamente 6 anni. “Il ragazzo di cui parlate come la reincarnazione del Panchen Lama sta vivendo una vita normale, studia, cresce in buona salute e non vuole essere disturbato”, ha dichiarato alla stampa l’alto funzionario. Ha poi affermato che il riconoscimento della reincarnazione allora effettuato dal Dalai Lama non ha alcun valore agli occhi del governo cinese. “L’identificazione è stata fatta senza alcuna autorizzazione, era illegale e non valida”, ha detto Norbu che ha così proseguito: “Quello che il Dalai Lama fa o dice non ha alcuna importanza, non si possono negare i diritti del governo centrale sull’argomento della reincarnazione”.

Con queste argomentazioni Pechino cerca di legittimare l’autorità dello stato e del Partito comunista nella scelta delle reincarnazioni, compresa naturalmente quella del futuro Dalai Lama.

 

Fonti: Phayul – Times of India