PECHINO: TRE NUOVE CONDIZIONI PER LA PROSECUZIONE DEI COLLOQUI SINO-TIBETANI

19 ottobre 2009. Il 22 settembre 2009, una giornalista del quotidiano tedesco online Focus ha intervistato Zhu Weigun, vice ministro del Dipartimento del Fronte Unito per il Lavoro (UFWD) del Partito Comunista Cinese, sulla questione del Tibet e la persona del Dalai Lama.
Nel corso dell’intervista, Zhu ha affermato che la prosecuzione del dialogo sino-tibetano è subordinata a tre nuove condizioni. Nell’ordine, il governo tibetano deve rendere conto delle ragioni per le quali lo scorso anno ha deciso di rinviare i colloqui; in secondo luogo, deve rivedere le  linee di condotta alle quali la Cina si oppone fermamente; infine, per consentire la prosecuzione di rapporti amichevoli tra la Cina e le altre nazioni, il Dalai Lama deve porre fine ai suoi viaggi all’estero.
“In Cina, il Tibet è una Regione Autonoma” – ha esordito la giornalista – “Come descriverebbe il significato di autonomia”?
“È un concetto politico e, allo stesso tempo, una questione pratica”, ha risposto Zhu Weigun. “In Cina coesistono cinquantasei diversi gruppi etnici ai quali ci rapportiamo sulla base dei principi di eguaglianza, unità, reciproco vantaggio e pace. Nelle regioni dove la popolazione appartenente alla minoranza etnica è più numerosa, noi applichiamo il sistema della ‘regione autonoma’. In Cina le minoranze etniche superano dell’otto per cento il numero degli Han ma le regioni in cui è messa in pratica l’autonomia occupano solo il 64% del territorio cinese. Uno degli aspetti peculiari della Cina è l’alto grado di coesistenza tra i vari gruppi. Per esempio, nella Regione Autonoma Tibetana coesistono, assieme ai tibetani, minoranze Manchu,  Uigure, Miao, Chang e Han. Nelle province e nelle città cinesi, come per esempio a Pechino e nelle province orientali, interagiscono differenti gruppi etnici ognuno dei quali ha libero accesso alle attività sociali e gode dei propri diritti. Ogni paese ha proprie caratteristiche storiche, culturali e differenti tradizioni. Di conseguenza, anche la pratica delle autonomie regionali è diversa: ogni paese ha il diritto di affrontare la questione delle autonomie nel modo ad essa più appropriato”.“Quali sono i diritti dei tibetani nella Regione Autonoma Tibetana? È loro riconosciuto il diritto di decidere circa lo sviluppo della loro regione”?
“I tibetani hanno il diritto di decidere lo sviluppo sociale, economico e culturale della loro regione a patto che rispettino le decisioni prese nel corso dell’Assemblea Generale del Congresso del Popolo e che non infrangano la costituzione. Il nostro sistema di autonomia regionale sottende sempre l’unità nazionale e l’integrazione. Senza integrazione non può esservi unità nazionale e senza unità nazionale l’autonomia non ha senso. La nostra storia ci ha insegnato che senza unità e integrazione tutti i gruppi etnici cinesi saranno vittime delle nazioni imperialiste”.

(Fonte: World Tibet News)