IL DALAI LAMA: NON CHIEDO L’INDIPENDENZA

Dalai Lama nov.2009Matsuyama, 3 novembre 2009. “Non chiedo l’indipendenza per il Tibet, chiedo sono una genuina autonomia così come è contemplata nella costituzione della Repubblica Popolare cinese”. Queste, ancora una volta, le parole del Dalai Lama, in risposta alla domanda di un giornalista, al suo arrivo a Matsuyama, la principale città dell’isola di Shikoku, in Giappone. Ha inoltre definito “segnali incoraggianti” le critiche alla politica cinese in Tibet espresse nel corso dell’ultimo anno da studiosi e intellettuali cinesi. Il leader tibetano ha inoltre dichiarato che il lavoro svolto in esilio, nell’arco degli ultimi cinquant’anni, ha consentito la preservazione del patrimonio culturale tibetano “più intatto in esilio che in Tibet”. “Attualmente vi è una comunità di oltre 160.000 tibetani in esilio” – ha affermato Tenzin Gyatso – “e si sta formando una nuova generazione, educata in modo moderno, in grado di assumersi delle responsabilità”. “Personalmente, ho incontrato molte persone in questi anni e ho imparato molto da ognuna di esse, è stata un’esperienza che mi ha ricompensato”.

Il Dalai Lama ha affermato che oggi il mondo assegna troppa importanza ad “aspetti di secondario rilievo quali la fede, la nazionalità o lo status sociale”. “Ovunque io vada” – ha affermato – “ho sempre l’impressione di incontrare un mio simile”. “Tutti gli esseri umani appartengono alla stessa famiglia e la nostra felicità dipende da quella di tutti gli altri”.

Il governo di Pechino, in data odierna, ha accusato il Dalai Lama di “sabotare i legami tra Cina e India” recandosi in visita, il prossimo 8 novembre, nello stato indiano dell’Arunachal Pradesh sul quale la Cina avanza delle pretese territoriali. Nel definire la visita del leader tibetano “anti-cinese” e “separatista”, il portavoce del Ministero degli Esteri Ma Zhaoxu ha accusato il Dalai Lama di nascondere, dietro la sua visita, un secondo fine.

“Le rivendicazioni della Cina sulla parte orientale della frontiera indiana hanno un valido fondamento e ci opponiamo con fermezza alla visita del Dalai Lama in quella regione” – ha proseguito Ma dichiarandosi fiducioso che i tentativi del Dalai Lama di sabotare le relazioni di Pechino con l’India finiranno nel nulla.

Il governo indiano e il Dalai Lama hanno affermato che la visita non è politica e che il leader tibetano si limiterà a visitare i monasteri e le isitituzioni scolastiche. “Il governo cinese politicizza sempre troppo i miei viaggi” – ha dichiarato il Dalai Lama sabato 30 ottobre. “Il mio viaggio non ha carattere politico”.