22 settembre 2016. Alcuni membri del Parlamento Tibetano in Esilio, riunito in questi giorni in sessione, hanno chiesto al Primo Ministro Lobsang Sangay e al suo governo chiarimenti sulla situazione e sulle prospettive del dialogo Sino-Tibetano.
A sei anni di distanza – correva l’anno 2010 – dagli ultimi colloqui tra gli inviati del Dalai Lama e i rappresentanti del governo di Pechino sullo status del Tibet e sulla richiesta di una maggiore autonomia del Paese formulata dal Dalai Lama nell’Approccio della Via di Mezzo, la Cina continua a rifiutare ogni tipo di incontro e ad attaccare pubblicamente il leader tibetano. Essendo il dialogo con Pechino e la proposta del Dalai Lama la posizione ufficiale dell’Amministrazione Centrale Tibetana, alcuni parlamentari tibetani hanno chiesto al Sikyong di riferire sull’attuale situazione e sulle prospettive riguardanti la ripresa dei colloqui con i rappresentanti della Cina. (Nella foto un momento della cerimonia inaugurale della sessione parlamentare)
I membri del Parlamento hanno tra l’altro domandato al Primo Ministro se, nell’arco del suo secondo mandato, si avvarrà di tecniche di comunicazione più incisive con la leadership cinese e se, nonostante l’apparente stagnazione dei colloqui, è stato intrapreso qualche passo dietro le quinte. Lobsang Sangay si è dichiarato pronto e fiducioso in una ripresa del dialogo entro breve tempo, ferma restando la necessità di un atteggiamento positivo e della cooperazione da parte del governo cinese. “Continuiamo ad impegnarci per cercare una via di comunicazione tra Dharamsala e Pechino”, ha affermato il Sikyong. “Lo scorso anno, anche il Presidente Obama ha chiesto a Xi Jinping di riprendere il dialogo con il Dalai Lama”. Lobsang Sangay ha tuttavia chiesto al Parlamento di non insistere sulla richiesta di dettagli trattandosi di una questione delicata e segretata.
In un’intervista rilasciata a TibetSun lo scorso 8 settembre, in occasione della 7° Conferenza dei Gruppi di Sostegno al Tibet, Kelsang Gyaltsen, dal 1999 al 2010 inviato speciale del Dalai Lama per gli incontri con i rappresentanti di Pechino, si è così espresso: “Penso che dal 2010, dall’ultima tornata di colloqui, la nostra politica è stata più o meno quella di “aspetta – e – stai a vedere”. Aspetta e guarda cosa fa la nuova leadership cinese, cosa pensa e quali sono le sue strategie politiche”. “Continuiamo anche a dichiarare pubblicamente di essere pronti a riprendere il dialogo in qualsiasi momento e in ogni luogo, ma dobbiamo chiederci se queste dichiarazioni sono davvero sufficienti a favorire una reale ripresa del dialogo e se, in tutta coscienza, abbiamo fatto del nostro meglio per renderlo possibile”.
Fonti: Phayul – VoA – TibetSun