18 aprile 2017. Wangchuk Tseten, un tibetano di trent’anni padre di tre figli, ha cercato la morte con il fuoco il 15 aprile a Kardze, capitale dell’omonima Prefettura Autonoma Tibetana, nella regione del Kham.
Wangchuk Tseten era originario del villaggio di Asey, nella Contea di Nyarong. Si è dato fuoco intorno alle sette del mattino (ora locale) nella piazza principale della città di Kardze. In un video postato su Facebook si vedono alcuni agenti di sicurezza cinesi nell’atto di spegnere con gli estintori le fiamme che avvolgono una persona immobile a terra. Fonti tibetane hanno riferito che il corpo di Wangchuk, devastato dal fuoco, è stato portato dalla polizia in una località al momento sconosciuta. Non si hanno notizie precise sulle sue condizioni di salute ma chi ha assistito a questo nuovo caso di autoimmolazione ritiene assai improbabile che possa essere sopravvissuto.
La polizia cinese ha chiamato a raccolta gli abitanti delle vicine aree di Asey, Lumo Ru e Horma subordinando la loro possibilità di movimento all’obbligo del possesso di almeno tre o quattro diversi documenti di identità e permessi di libera circolazione. Alcune persone sono state trattenute in custodia i giorni 16 e 17 aprile.
Un mese fa, il 18 marzo, si è autoimmolato a Nyarong, nella prefettura di Kardze, Pema Gyaltsen, un agricoltore di 24 anni. La sua sorte è incerta, sembra sia ricoverato in condizioni cretiche nell’ospedale della Contea. Nel 2014, in questi stessi giorni, si era immolato a Kardze il trentaduenne tibetano Thinley Namgyal. Wangchuk Tseten è il 148° tibetano immolatosi con il fuoco in Tibet dal febbraio 2009.
Con l’allontanamento di 250 monache si è conclusa il 6 aprile la forzata espulsione dei religiosi dal Centro di Studi Buddhisti di Larung Gar. Ne ha dato notizia Radio Free Asia. In data 15 aprile si è inoltre appreso che le autorità cinesi hanno distrutto le oltre 200 tende che, nelle vicinanze del Centro di Yarchen Gar, un istituto religioso a sua volta in via di ridimensionamento, offrivano alloggio ai pellegrini che erano soliti soggiornare nelle vicinanze del complesso monastico per ricevere gli insegnamenti.
Fonti: CTA – Phayul – RFA