30 maggio 2017. Il 25 maggio, a New Delhi, ospite di Adda Express, un ramo operativo multimediale del gruppo editoriale Indian Express, il Dalai Lama ha dichiarato che sarebbe inaccettabile il riconoscimento della sua reincarnazione in un paese privo della libertà.
Rivolgendosi al folto pubblico presente il leader spirituale tibetano ha affermato che se la situazione in Tibet non cambierà morirà in India ma, non essendo necessario che il riconoscimento della reincarnazione avvenga nel paese in cui lascerà il corpo, un eventuale riconoscimento in un paese privo della libertà sarebbe inaccettabile. Sull’argomento della prosecuzione del suo lignaggio, il Dalai Lama ha ribadito che la decisione spetterà al popolo tibetano e che la questione sarà affrontata “in modo più approfondito” al compimento del suo 90° anno. Sulla legittimità del governo cinese ad avere voce in capitolo sul riconoscimento della reincarnazione, il leader tibetano ha detto sorridendo che “i comunisti cinesi devono anzitutto accettare il concetto di rinascita e quindi quello di reincarnazione. Devono inoltre provare una forte connessione morale con il lignaggio del Dalai Lama”.
Il leader spirituale tibetano si è detto tuttavia ottimista circa il futuro della questione tibetana alla luce dei significativi cambiamenti in atto in Cina. “Negli ultimi sessant’anni, dall’epoca del presidente Mao ad oggi, sotto la leadership di Xi Jinping, molte cose sono cambiate e stanno ancora cambiando. Il partito e in linea generale l’ideologia sono gli stessi ma le circostanze e la società sono cambiate nel tempo”.
Tra i molti argomenti affrontati dal Dalai Lama di particolare rilievo le sue parole sulla violenza: “Gli uomini sono stanchi della violenza, sono fondamentalmente contro la guerra poiché nella loro natura vi è la compassione. Ma per dare vita ad una società pacifica non servono le preghiere, serve l’impegno di ogni persona. E’ l’uomo che ha causato la violenza, è l’uomo che deve porvi fine”. Importante per il Dalai Lama un sistema educativo moderno fondato sull’insegnamento del valore della compassione piuttosto che sull’esaltazione dei “valori materiali”. Circa i rapporti tra religione e politica, il Dalai Lama ha affermato che la religione ha la responsabilità di infondere “principi morali” alla politica ma deve essere separata dallo Stato.