9 novembre 2017. Intervistato da Al Jazeera, il Dalai Lama ha dichiarato di non cercare l’indipendenza e la separazione dalla Cina nonostante il passato storico del Tibet.
“Rispettiamo il popolo cinese, un popolo di grandi lavoratori con un importante passato storico e culturale”, ha affermato il Dalai Lama il giorno 8 novembre rispondendo alle domande dei giornalisti. “Oggi la Cina è la nazione più popolosa del mondo e, nell’arco di duemila anni, Cina e Tibet hanno avuto stretti legami grazie ad alleanze matrimoniali. Nonostante la nostra storia passata non cerchiamo l’indipendenza, teniamo sempre conto della realtà dei nostri giorni. Sono una delle persone che ammirano lo spirito dell’Unione Europea e lo stesso spirito può proporsi anche all’interno della Cina”.
“Se al popolo tibetano saranno immediatamente e completamente riconosciuti i diritti previsti dalla costituzione cinese, manteniamo l’impegno a restare all’interno della Repubblica Popolare. Chiediamo che, di conseguenza, sia presa in considerazione la linea politica dell’Approccio della Via di Mezzo che non chiede la separazione ma che però esprime delle critiche sulla situazione attualmente esistente in Tibet e sulle direttive politiche del governo cinese”. Rispondendo a chi gli chiedeva il motivo per cui la Cina lo considera un nemico, il Dalai Lama ha risposto di non dare alcun peso a tale atteggiamento. “Tempo fa sono stato definito un diavolo. Sì, io dico, sono un diavolo con le corna, ma le mie corna sembrano diventare sempre più lunghe!”
Rivolgendosi in data odierna a un folto gruppo di praticanti e non praticanti sia tibetani sia occidentali riuniti all’esterno dello Tsuglagkhang (nella foto), il Dalai Lama ha ribadito la sua posizione circa il futuro del Tibet e il suo impegno sulla politica della Via di Mezzo volta all’ottenimento di una genuina autonomia per il suo paese. “Il Tibet era un paese materialmente arretrato ma spiritualmente assai sviluppato” – ha affermato – e questo fattore può essere di beneficio per entrambe le parti”. “Oggi la situazione all’interno del Tibet è davvero triste e sfavorevole ma spero che con il passare del tempo qualcosa cambi in Cina”.
“Il destino del Tibet è nelle mani dei tibetani all’interno del Tibet, ha proseguito il Dalai Lama. A costo delle loro stesse vite hanno sempre mostrato fermezza e coraggio nel farsi paladini dell’indomabile spirito del Tibet e nel reclamare allo stesso tempo diritti e dignità”. “Il punto di forza della causa del popolo tibetano sulla scena mondiale sta proprio nel coraggio e nella dedizione dei tibetani all’interno del Tibet alla causa comune. Grazie a loro sarà riconosciuta la verità della nostra posizione”.
Fonti: Phayul – Tibetnet