CENTINAIA DI TIBETANI CHIEDONO LA LIBERAZIONE DI TENZIN DELEK RINPOCHE. PIÙ DI 100 GLI ARRESTATI

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9 dicembre 2009. Dal 5 dicembre oltre cinquecento tibetani manifestano contro l’occupazione cinese e chiedono la revisione del processo di Tenzin Delek Rinpoche, il monaco condannato al carcere a vita nel 2005 sotto l’accusa di aver fatto esplodere una bomba a Chengdu. La protesta è partita dal villaggio di Orthok, Contea di Nyagchuka – provincia del Sichuan.

Un testimone oculare ha riferito a Radio Free Asia che il 5 dicembre circa sessanta giovani tibetani provenienti in gran parte dal villaggio di Othok, il villaggio di cui il monaco è originario, hanno cercato di raggiungere il centro della Contea di Nyagchuka chiedendo a gran voce la liberazione di Tenzin Delek. Attaccati e duramente percossi dalla polizia, sono stati raggiunti da altri tibetani provenienti dalle aree di Othok e Golok. Le forze di sicurezza cinesi hanno tentato di fermarli istituendo dei posti di blocco ma molti giovani sono riusciti ad aggirarli deviando attraverso la campagna e le colline. La polizia ha operato 160 arresti e si contano almeno un’ottantina di feriti.

A Nyagchuka si trovano ora oltre cinquecento pacifici dimostranti, uomini e donne, che continuano a presidiare la sede locale degli uffici governativi chiedendo alle autorità libertà per Tenzin Delek Rinpoche e per il loro paese. Sono circondati da centinaia di soldati e rischiano di morire di fame in quanto i cinesi hanno imposto la chiusura di tutti i negozi e ristoranti della cittadina.

I tibetani accorsi dai villaggi circostanti per portare generi di conforto ai manifestanti sono stati bloccati dall’esercito che impedisce a chiunque di entrare in città.

Sembra che i cinesi abbiano posto un ultimatum: se i manifestanti non abbandoneranno la zona entro le 15.00 di domani, 10 dicembre, apriranno il fuoco.

Fonti tibetane riferiscono che alcune settimane or sono alcuni membri della famiglia di Tenzin Delek si sono recati a Pechino per consegnare alle autorità una dettagliata petizione, firmata da migliaia di tibetani, in cui si chiedeva la revisione del processo del monaco per mancanza di prove attestanti la sua colpevolezza, per l’assoluta innocenza da lui sempre proclamata e perché vittima di un complotto ordito a suo danno dalle autorità.

Sembra che i famigliari di Tenzin Delek siano stati costretti a lasciare Pechino e a tornare a casa. Pare abbiano chiesto il permesso di visitare il loro congiunto in carcere, a Mianyang – Provincia del Sichuan – dove il monaco, in precarie condizioni di salute, è imprigionato. Non ha avuto conferma la notizia del loro arresto.

I tibetani della Contea di Nyagchuka, hanno cercato di sollevare il caso di Tenzin Delek con i dirigenti cinesi fin dal momento del suo arresto nel 2002. Nel maggio 2007, un gruppo di tibetani, stipati in cinque vetture, viaggiò fino a Chengdu per perorare la causa del monaco ma le auto furono fermate e gli occupanti bastonati. In seguito a questo episodio, gli abitanti della Contea protestarono per due giorni di fronte alla sede del governo locale chiedendo il rilascio di Tenzin Delek.

Fonti: Phayul – Dossier Tibet – International Tibet Support Network